Regia: Elisa Canessa e Federico Dimitri
Drammaturgia:
Attori: Elisa Canessa e Federico Dimitri
Altri crediti:
Parolechiave: Bruno Schulz
Produzione: Compagnia Dimitri / Canessa
Anno di produzione: 2013
Genere: Teatro-danza
Spettacolo vincitore del 22° FIT, Festival Internazionale di Teatro di Lugano
Lo spettacolo trae spunto dalla vita di Bruno Schulz, dai personaggi che hanno costellato la sua infanzia e dalle suggestioni mitologiche dei suoi scritti e dei suoi disegni.
“IL MIO IDEALE E’ MATURARE VERSO L’INFANZIA” Bruno Schulz
In Schulz, Mito e Infanzia coincidono. Questo è stato per noi elemento portante del progetto. Cio’ che l’opera di Schulz rappresenta non è affatto una mitologia consolidata, storicamente suggellata. Gli elementi di questo idioma mitologico sgorgano da un’oscura regione delle primordiali fantasie infantili, dai timori, dai presentimenti, dalle anticipazioni di quel mattino della vita, che costituisce la vera e propria culla del pensare mitico.
E’ questo il punto fondamentale sul quale si concentra la nostra riflessione artistica.
Il Mito, allora, diventa il modo di riorganizzare in un nuovo racconto le immagini che affiorano e svaniscono continuamente… Come sospeso nel tempo, "prigioniero" nella sua camera d'infanzia, Bruno fruscia leggero, piccolo topo immortale, incidendo memorie in questo luogo che di volta in volta rivive nelle parole, nei gesti, nelle danze che un tempo lo abitarono.
Trovare una chiave d’accesso al tempo dell’infanzia, alle memorie di un tempo che resistono sotto le rughe della vita adulta. Ripercorrere quelle azioni piccole ed allo stesso tempo mitiche, oscure e luminose, intestimoniabili come i giochi dei bambini. Perché riaffacciarsi su questo mondo non è un fatto privato, ma qualcosa che riguarda tutti noi. Gli occhi si spalancano sbalorditi, all’inizio pensano di non vedere, ma poi, abituandosi alla poca luce, restano abbagliati nello scorgere i frammenti di dolorosa iniziazione alla vita.
“Mi portavo dentro allora il mito di un’epoca geniale, che presumibilmente un tempo faceva parte della mia vita, non localizzata in nessun anno del calendario, sospesa al di sopra della cronologia, un’epoca nella quale tutte le cose respiravano nel bagliore di colori divini, si sorbiva tutto il cielo in un respiro, come un sorso di puro oltremare”
Bruno Schulz (Drohobyč, 12 luglio 1892 – Drohobyč, 19 novembre 1942) è il grande maestro della letteratura polacca del Novecento. E’ scrittore, disegnatore e giornalista. Secondo Kantor, che ha costruito La classe morta da un suo racconto, «tutta la nostra generazione è cresciuta di fatto all'ombra di Schulz».Scettico sulle possibilità di conoscenza umana, Schulz aveva dato libero sfogo alla fantasia e alla «mitizzazione» della realtà. Nell'infinita varietà dei suoi aspetti, l'opera di Schulz ha una sua unitarietà. I racconti, assieme ai disegni, costituiscono un Libro: una sorta di Bibbia dell'infanzia perduta.
Informazione riservata agli Organizzatori
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