Cookie
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.

Il sole della Vittoria è sorto sulla nostra amata Patria

Christian Gallucci
Regia: Christian Gallucci
Drammaturgia: Christian Gallucci
Attori: Bianca Cerro | Anna Sala
Anno: 2023
Adatto a: VM14


Generi: Prosa

Tags: fascismo, violenza di genere, istruzione, dittatura, amore

SINOSSI.
Tra il 5 e il 9 maggio del 1936, con due grandi adunate di massa, Benito Mussolini proclama la fine delle ostilità in Etiopia e la nascita dell’impero.
Fin da bambina Maria scrive lettere al suo Caro Duce – che ha imparato a conoscere e ad amare come un padre. In questi giorni, nel piccolo villaggio sotto le montagne dove è nata e cresciuta, è sola con i due figli: il marito è a combattere in Africa, il Direttore della scuola del villaggio – che ha dovuto a sua volta imparare a conoscere e ad amare come un padre, è a Roma per partecipare alle celebrazioni, la scuola è chiusa.
Proprio durante questa settimana arriva dalla città Camilla, maestra elementare chiamata a insegnare nel villaggio. Ospite a casa di Maria, la loro iniziale ostilità si trasforma in un’amicizia solidale che lascia spazio alla realizzazione che la diversità esiste e può essere accettata; che la violenza subita non è mai giustificabile; che i treni non sempre arrivano in orario.

PROGETTO.
Come un padre per me è uno spettacolo che nasce da un’indagine drammaturgica sul tema della violenza – in particolare di genere – all’interno di contesti familiari o educativi, e di come questa possa propagarsi fino a coinvolgere un intero Paese.

La vicenda di Camilla e Maria, che prende spunto dal volume Caro Duce – Lettere di donne italiane a Mussolini 1922-1943; ha come ambientazione uno spazio scenico essenziale: un tavolo, due sedie e alcuni semplici elementi che di volta in volta rappresentano la piazza del paese, la casa di Maria, la stazione ferroviaria.

Le due donne sono diversissime per estrazione sociale e vissuti: l’una figlia di un medico, maestra, nubile e omosessuale; l’altra appena ventenne, già madre di due figli, poco o per nulla istruita, vittima di violenze per buona parte della sua vita.
Nate e cresciute all’interno del regime, rimarranno vittime della sua violenza mistificatoria poiché la scelta di essere liberi, tutto sommato, è un enorme salto nel vuoto.

Protagonisti assenti della vicenda sono gli uomini, i padri cui si allude nel titolo: il Diretto-re, il marito di Maria, i figli maschi della giovane donna, lo stesso Duce. La loro assenza è viva e incombe tramite le parole, le azioni e i non detti delle due protagoniste; il controllo e il potere che esercitano non ha bisogno della loro presenza fisica.

Il tempo dell’azione, infine, quella settimana di maggio che coincide con l’arrivo e la partenza di Camilla, ci fa intravedere la possibilità che la Storia abbia un andamento ciclico, e ci mette in guardia dal fatto che le conquiste della modernità, della cultura e dell’istruzione non sempre bastano a proteggerci dal ritorno di antiche tentazioni.




Produzione: Christian Gallucci con il sostegno di Associazione Studio Novecento | Spazio Polline - Compagnia La Confraternita del Chianti

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Non è stata caricata nessuna recensione

Per visualizzare la scheda tecnica devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Classe ’86, milanese. È attore, autore e regista. Si laurea in lingue e letterature straniere (inglese e svedese) e si avvicina al teatro, frequentando la scuola di Teatri Possibili a Milano e successivamente la scuola triennale Csa, diretta da Irina Galli e Alessandro del Bianco. Successivamente, si perfeziona con maestri quali Michael Margotta, Michele Bottini, Yuri Kordonsky, Cesar Brie, Marco Sgrosso. Nel 2020 partecipa al Corso di Alta Formazione di Residenza Idra (Brescia), lavorando con Fausto Paravidino, Massimo Sgorbani, Sonia Antinori, Milena Costanzo, Enzo Cosimi.Come autore, è finalista Premio Riccione 2019 con il testo La vita delle piante, anche vincitore Premio Cendic Segesta 2020.Finalista Testinscena nel 2020 con Dicono che farà caldo, anche vincitore nel 2020 e 2021 del progetto di residenze Artefici di Artisti Associati, Gorizia.Nel 2021, con Cadono Fiocchi di neve, soggetti alla gravità, di cui è anche interprete, arriva in finale al Premio Scenario.Nel 2022 con Il pane di Brahms è vincitore di Mezz’ore d’autore di Fondazione Teatro Due. Il testo viene messo in scena da Laura Sicignano.Diversi suoi spettacoli, di cui è regista oltre che autore, vengono messi in scena nei principali teatri e festival italiani. In particolare Hotel Lausanne vince il premio Next 2018; Nostra Medea viene prodotto da Teatroi e selezionato a partecipare a Mediterranea – Young Artist Biennale a Tirana nel 2017.Nel 2022 è selezionato a partecipare alla Masterclass per autori a Centro Teatrale Santa Cristina, sotto la guida di Alejandro Tantanian.Nel 2023, con il testo Disegno Divino, è vincitore del premio di drammaturgia Oltre le nuvole di Teatro Verdi Pordenone in collaborazione con Cai – Club Alpino Italiano. È anche formatore teatrale all’interno di istituti di ogni ordine e grado di Milano e provincia.
Condividi