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Italia 90

ORTIKA

Genere Prosa
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Regia: Alice Conti

Drammaturgia: Alice Conti

Attori: Livia Bonetti, Monica Bonomi, Lucia Limonta

Altri crediti: disegno luci Alice Colla disegno sonoro Dylan Alexander Lorimer vincitore bando OFFline Ferrara OFF Teatro 2023 vincitore bando CURA 2023

Parolechiave: generazioni, fine vita, lavoro, famiglia, tragicomico

Produzione: produzione Teatro della Caduta e ORTIKA con la complicità del Teatro della Contraddizione

Anno di produzione: 2023

Genere: Prosa

Dialogo tragicomico di tre generazioni al femminile. Al capezzale di nonna Italia che compie 90
anni si discute di lavoro, istruzione, cura, riproduzione, speranza e qualità di vita. Madre, Nonna,
Nipote. Sullo sfondo i dati Istat che indicano il blocco del futuro delle generazioni nate alla fine del
secolo scorso: incastrate dalla Storia, non più giovani, cresciute senza diventare adulte. Alla
disperata ricerca di uno spazio, di un ruolo. In questo interno di periferia deflagrano le linee di
conflitto di un intero Paese. Lo spettacolo “Italia90” si articola su temi della contemporaneità
italiana e non solo. In particolare la drammaturgia è ispirata ai dati Istat 2021. Si articola in tre
atti, tre tempi di una giornata lunga quanto un'esistenza. Le partite a carte scandiscono le
tematiche: 1) speranza e qualità della vita (mattino), 2) produzione, lavoro, riproduzione (giorno),
3) istruzione (sera).

In occasione del compleanno di nonna Italia - che compie 90 anni - la nipote torna dall’estero. In questa bolla famigliare, costituita dalla convivenza forzata con la nonna e la madre, la nipote deciderà di dare un senso alla sua vita rimanendo al fianco della nonna per assisterla, fino alla fine.

Un ritratto del Paese attraverso il dialogo di tre generazioni al femminile.
La generazione della Nipote, messa al mondo prima che la crisi fosse pensabile, educata in un
mondo in espansione; una generazione a cui è stato chiesto di sognare in grande, di performare,
ma che ha sempre dovuto misurare le sue ambizioni e competenze con un mondo in recessione.
Una generazione che ha cercato fortuna all'estero per non spegnere le sue speranze nel limbo del
precariato.
Era grande la promessa che brillava sul campo da calcio dei mondiali 1990 - ultimo baluardo di
gloria nazionale ed economia spensierata, cartolina da un'epoca di fiducia cieca in uno sviluppo
implacabile, notti magiche.
Trent'anni dopo il campo da gioco si è ristretto a un tavolo di carte, la partita è in stallo,
monopolizzata da giocatori caustici che hanno sprecato tutti i jolly.
Tre generazioni, tre personaggi, tre vite, tre modi di amare, di toccare o non toccare più.
90, la Paura. Per una vita che si prolunga oltre il suo termine di speranza/autonomia, un’altra non
fiorisce. Una terza si è già presa tutto. Rimangono qui, una accanto all’altra.
Non si riesce a morire, non si riesce a vivere. Intanto si canta, si mangia e si ride. Giocano a carte
e lo chiamano “lavorare”. In questo interno di periferia deflagrano le linee di conflitto di un intero
Paese. Nell'isolamento famigliare, dove conta solo la conservazione della
vita biologica, si muore per slittamenti impercettibili, l'erosione della complessità è silenziosa.
Parlavamo di filosofia, ora parliamo di economia domestica.
In questo deserto prendersi cura diventa una scelta eroica, rivoluzionaria.
Cosa significa crescere? Come e quando si diventa adulti? Vivere/Sopravvivere. Eredità famigliare/eredità di un Paese.

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