Regia: Monia Mattioli
Drammaturgia: Monia Mattioli
Attori: Mila Taddei, Sara Brutti, Matlide Toderi, Paola Massi , Luigia Fioretti, Simone Massaccesi , Andrea Filipponi, Franca Ponzetti , Naila Alameddine
Altri crediti: Lighting and Audio Design: Giancarlo Taddei Costumes: Ada Angelino Artistic collaborations: Shonen Company, Theama Company Proxima Company Photo: Lula Merlo Press Office: Marco Spadola
Parolechiave: Danza,Teatro Integrato, Arti Performative Integrate, Artvismo, Sostenibilità Ambientale , Inclusione Sociale , Nuova Danza Contemporanea
Produzione: Una Produzione Associazione Ijshaamanka in collaborazione con Ministero della Cultura Italiano
Anno di produzione: 2023
Genere: Danza Teatro-danza Performance Altro
Un gruppo di persone, sopravvissuto ad un naufragio, partiti con la speranza di un futuro migliore, viaggiano verso una nuova casa.
Persone diverse per età, cultura, abilità fisiche e cognitive si salvano grazie ad un’isola. Un’isola galleggiante, di plastica e rifiuti, in mezzo all’oceano.
L'isola degli scarti, l'isola che puzza.
Ognuno degli abitanti cerca la sopravvivenza così come l'isola stessa. Parlano con l'isola. E l’isola racconta le storie dei suoi nuovi abitanti che trovano in oggetti che altri non vogliono più, la fedeltà verso la loro anima... la loro vita appesa ad un filo. E come il filo tessuto da Penelope, serve a tenere viva la speranza di riavere un giorno la propria casa, restando fedeli al proprio amore. Anche i personaggi di “H.O.P.E.” tessono il filo fragile della loro esistenza. Ognuno di loro, mostrando la propria vulnerabilità, rende evidenti quei segnali che, se ascoltati, basterebbero a ristabilire un’armonia con il nostro pianeta, rispettando tutte le esistenze che lo compongono.
Alla fragilità si associa l’avere cura ma diverse possono essere le sue declinazioni. Per Paola la fragilità sta nel silenzio, per Simone nelle emozioni, per Luigia nell’osservare, per Mila, Sara e Matilde nella creatività infantile, per Andrea nella timidezza e ancora per Franca nell’impermanenza della vita, per Naila nella meraviglia.
La fragilità è anche quella del respiro della nostra terra che sta soffocando. L’isola vuole aiutare i suoi abitanti, un terremoto è il suo grido di allarme, un grido che terrorizza e allo stesso tempo unisce... come fili intessuti anche i protagonisti si stringono e compongono un arazzo prezioso.
Un viaggio attraverso gli elementi che si compenetrano tra loro: acqua, aria, terra, fuoco e spazio. Si esaltano l’uno con l’altro, rivelando come la meraviglia della vita risiede in fondo agli abissi e sia percepibile più con i sensi che non soltanto con la vista. Lo spazio, infine, è il luogo dove essere sé stessi significa accettare che ci sia il vuoto e questa consapevolezza disperde l'illusione di essere perduti.
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