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Esercizi per scomparire

Amalia Franco
Regia: Amalia Franco
Drammaturgia: Amalia Franco
Attori: Amalia Franco
Trailer: Link
Anno: 2023
Adatto a: per tutti


Generi: Danza, Teatro-danza, Figura, Performance

Tags: danza, teatro di figura

Gli Esercizi nascono come scritti brevi, ho iniziato a comporli e collezionarli nel 2018. A marzo dell’anno seguente gli esercizi scompaiono. Quanto segue, dunque, non sono i ‘veri’ Esercizi per scomparire, il cui nome conteneva la
promessa, bensì il ritrovamento d’alcuni, il tentativo di recuperarne d’altri memoria, illusione che la memoria non sia scrittura, e il pensamento di nuovi, talora non in forma scritta, ma di danza o immagine. Ecco, dunque…
Immagino un elenco numerato in cui perdere il filo, nonostante o data la presenza dei numeri: in tal senso, l’elenco numerato di esercizi propedeutici alla sparizione.
Più che di una scrittura drammaturgica, si tratta di un dispositivo, che dà all’opera la forma di uno zibaldone dei pensieri, o dei pensierini bambini. L’opera è ‘corpo intensivo, attivo localmente per salti, scarti, vibrazioni e modulazioni’. La figura, il corpo danzante e la parola sono gli elementi atti alla costruzione di molecole specializzate, i singoli esercizi, in cui è attiva la tecnologia del corpo, che disgrega, lega, moltiplica le cellule. Si tratta di un esercizio abusivo di appropriazione ed uso sconsiderato dei codici, necessario alla localizzazione (nel corpo) del pensiero.
Il substrato dell’opera è nell’idea di molteplicità; per accettare questa idea è necessario, ancora accettare, che l’Uno possa moltiplicarsi, generando infinite unità uguali tra loro.
In tal senso, la figura non è un’analogia dell’umano, ma corpo senza organi, morto già prima di morire, è una figura moltiplicata, una zona d’indicibilità, dove umano e inanimato si moltiplicano l’uno nell’altro. Si crea tra corpo danzante e corpo della marionetta, una tensione che costringe ad ammettere la nostra frammentarietà e a ripetere continuamente l'esperienza della mancanza, della perdita, della dipendenza, della nostra infinitezza, ovvero non finiti, incompleti. La confusione del corpo (corpo del fantoccio, corpo del manipolatore, corpo d'attore) è frutto di
un'intrinseca pluralità indivisibile: testimonia l'impossibilità di un soggetto unitario e la tensione verso la configurazione di un nuovo corpo perennemente costruibile. La figura pratica il corpo come superficie di scrittura, e la danza come luogo di trasformazione e transizione, restituisce al corpo la sua polisemia.
Gli Esercizi sono dislocabili nello spazio e nel tempo; la frammentazione è una scelta estetica ed etica, che porta alla delocalizzazione del centro: l’indeterminatezza, il dominio del ‘pressappoco’, del non misurabile, ne sono la diretta conseguenza. L’attenzione è sullo spostamento dalla centralità dell’opera intesa come fatto concluso alla composizione come luogo decentralizzato.
La luce, esercizio nell'esercizio, indaga il tema e crea 2 varianti dello stesso lavoro: è esplorata nella sua pienezza come luce naturale, che investe lo spazio, i corpi e lo sguardo senza discrimine, e dal lato opposto come ombra che moltiplica i corpi, qui ‘il buio è così buio/che non c’è oscurità'.

Altri crediti: marionette Amalia Franco e Gianluca Vigone
con il sostegno di
Workspace Ricerca X/research & dramaturgy Torino
Trac_Centro di residenze pugliese-Crest-Teatro Tatà di Taranto
Maison Jacques Copeau, Pernand Vergelesses

Produzione: produzione La Terra Galleggiante

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È un'artista indipendente la cui ricerca si fonda principalmente sulle contaminazioni tra danza e figura, realizzando lei stessa marionette ibride e maschere. Il suo lavoro prosegue oltre lo spettacolo: sta in tutto il rapporto laborioso con la materia prima e dopo. Pratica l’opera procedendo per espedienti, giustapposizione, accumuli, secrezione… a seconda del caso. Laurea in Semiologia degli audiovisivi, con tesi pubblicata “Troppo fiso. Erotismo e pornografia”, presso l'Università di Bari. Consegue il diploma d’Attore e Aiuto Regista presso l'Accademia Internazionale di Teatro, Roma, nel 2013. Prosegue la formazione nell’ambito della danza e del teatro di figura. Tra i suoi lavori, “Esercizi per scomparire”, produzione La Terra Galleggiante, con il sostegno di Workspace Ricerca X, Residenze Pugliesi_Teatro Crest e Maison Jacques Copeau; “Corpo Unico” con il quartetto d’archi Quartetto Maurice e la compositrice Giulia Lorusso, opera musicale di danza/teatro/figura e musica contemporanea, produzione Pro Quartet Parigi, Metamorfosi Notturne e La Terra Galleggiante; “Trittico. Cantillazioni”, ricerca sugli innesti tra i raga della musica classica indiana, marionette ibride e danza, in collaborazione con Anna Moscatelli e Renata Frana (vincitore Crossing view e progetto Cura); “Trittico. Lasciare andare con grazia”, sostenuto dal progetto di Residenze Artistiche del Mibact 2016/2017 (vincitore del bando Della morte e del morire a cura del Teatro dello Scompiglio); “Lembos”, produzione Tessuto Corporeo, con il sostegno della Residenza Teatrale di Ceglie Messapica (vincitore del premio Confine Corpo, Festival Voci dell'Anima 2015 e Premio della Critica del Fringe Festival di Andria 2015).Come performer, esperta nella scrittura per corpo e figura e per la realizzazione di maschere e marionette, collabora con la compagnia torinese Tecnologia Filosofica per lo spettacolo “Eco del mondo”; la compagnia franco-svizzera Cie Patte Blanche nello spettacolo “La Loba”; la compagnia Senza Piume Teatro e il Teatro Crest di Taranto nella produzione di teatro ragazzi “Celestina e la luna”; il Teatro del Lavoro diretto da Damiano Privitera nello spettacolo di teatro difigura “Histoire du soldat”, in collaborazione con il conservatorio musicale di Pinerolo; la compagnia La barca dei matti, diretta da Natacha Belova, Ifoperator Production. Tra i festival, i teatri e le istituzioni in cui è stata invitata vi sono il Museo degli Uffizi, Anima If- Festival Internazionale di teatro di figura, Kilowatt Festival, AltoFest, Marta-Museo Archeologico di Taranto, FuoriFormato, Anima If, Kilowatt festival, Mirabilia, Tdanse, Teatri di Vita, Officine Caos, Immagini dall’Interno- Festival Internazionale di Teatro di Figura, Le Voci dell’Anima, La luna e i calanchi, VersoSud, Teatro dello Scompiglio, Laboratori Permanenti, Settimo Cielo, Teatro della Contraddizione e altri. Per la triennalità 2022/2024 collabora con Lavorare Stanca come artista e nella direzione artistica del festival ministeriale VersoSud.Nel 2015 lavora allo studio e creazione di un nuovo prototipo di maschera: “moving masks”, maschere per la danza. La ricerca di una forma autoriale nel teatro danza la porta a Ravenna durante la vetrina della Giovane Danza d'Autore 2015, all'interno del percorso Nuove Traiettorie, dedicato ai giovani coreografi.Porta avanti studi sul teatro urbano e drammaturgia del paesaggio. In quest’ambito cura il progetto “Tillandsie, drammaturgia urbana dei crolli”, legato alla città di Taranto e all’interno di questo percorso organizza i Laboratori dal Basso (progetti di formazione all'interno delle Politiche Giovanili della Regione Puglia) di drammaturgia urbana e pratiche riabitative dello spazio collaborando con Lajos Talamonti (piattaforma Urban Lies) e Leonardo Delogu (Dom).
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