Regia: FRANCESCA CINALLI E PAOLO DE SANTIS
Drammaturgia: FRANCESCA CINALLI E PAOLO DE SANTIS
Attori: Amalia Franco, Francesca Cinalli, Paolo De Santis
Altri crediti: Musiche e paesaggi sonori live Paolo De Santis Luci Andrea "Sancio" Sangiorgi Video-mapping Filippo Maria Pontiggia Oggetti di scena e costumi a cura di Francesca Cinalli Marionetta realizzata da Amalia Franco Oggetti animati realizzati da Gianluca Vigone Mentorship a cura di Ornella D'Agostino
Parolechiave: Città, Arlecchino, Identità, Macerie, Specchio
Produzione: Produzione Tecnologia Filosofica Progetto selezionato dal Bando Cura con il sostegno di Officine Caos/Residenza Arte Transitiva, Cross Project, Teatri di Vita, Lavanderia a Vapore
Anno di produzione: 2023
Genere: Danza Teatro-danza Figura Performance
Sullo sfondo dei moti di piazza, nell'eco della piazza, in scena un'Arlecchino o almeno quello che ognuno di noi riconosce come il celebre personaggio della commedia dell'arte italica, ma che rivisto e corretto ai giorni nostri, non si presenta tanto nella sua versione frizzante e baldanzosa, quanto piuttosto sagoma dimessa e riflessiva. Prendendo spunto dal dipinto di Picasso "Arlecchino allo specchio", esploriamo le possibilità fisiche e le posture del personaggio nel tentativo di farlo uscire dalla tela picassiana, per riflettere sulla condizione di noi umani dinanzi ai crocicchi della vita. Un mito orfico narra che Dioniso fanciullo è attirato dai Titani con vari giocattoli, fra cui uno specchio: e proprio mentre contempla l'immagine che lo specchio gli rimanda - non la sua immagine, ma quella del mondo - i Titani lo sbranano. Ci è venuto naturale collegare il mito al dipinto di Picasso: Arlecchino allo specchio...cosa vede? Noi abbiamo immaginato che, come Dioniso, veda il Mondo!...la totalità frantumata di se stesso, gli uomini, le cose, noi...
Allora ecco a Voi, la capriola! Arlecchino senza parole nell'eco della piazza di una città ideale, metafisica. Un caleidoscopio sull'Adesso e sul senso del fare arte oggi. Un Paese che è nato da tanti pezzi, che piano piano un'aria con il tempo ha unito: in esso Arlecchino si specchia come nel celebre dipinto di Picasso invitandoci a riflettere sulla condizioni di noi umani. Che fare di fronte allo spettacolo del mondo frantumato? Come è potuto succedere? Ricostruire?...Cosa può rinascere dalle macerie?
Un lavoro sulla frammentazione del reale e delle identità, sul nostro Belpaese tra i suoi vizi e le sue virtù. Ci viene incontro Arlecchino, uno e trino,...nel frattempo si è moltiplicato, li ho visti per davvero? essi incarnano le molteplici sfaccettature di un personaggio che ci interessa per la sua ambiguità. In scena una danzatrice, un musicista, una marionetta e una marionettista, tra ombre, presenze e riflessi di un'Arlecchino caleidoscopico in dialogo costante con il paesaggio sonoro dal vivo e con i resti di una città immaginaria, nel tentativo di ricomporne i pezzi.
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