← Indietro
immagine-grande

Re Penelope_outdoor

Cult of Magic

Genere Danza Performance
Cachet:Informazione riservata agli Organizzatori
Modifica Tag

Regia: Samira Cogliandro

Drammaturgia:

Attori: Samira Cogliandro e Giada Vailati (performer) Francesco Sacco e Luca Pasquino (musicisti)

Altri crediti:

Parolechiave: corpo politico, resistenza, manifestazioni collettive

Produzione: Cult of Magic associazione culturale

Anno di produzione: 2023

Genere: Danza Performance

Re Penelope ha come ispirazione di partenza una manifestazione di dissenso politico: il 25 novembre 2019 a Santiago del Cile oltre un centinaio di donne è sceso in piazza in segno di protesta contro la violenza di genere, il femminicidio, lo stupro e, più in generale, contro la forte componente patriarcale presente all’interno della società.
Guidato dal collettivo LASTESIS, questo atto di protesta si è trasformato in una performance di denuncia che ha fatto il giro del mondo.
A dare ispirazione a queso atto collettivo di dissenso sono le tesi dell’intellettuale femminista Rita Segato, la quale sostiene che l’esercizio della violenza contro il corpo femminile non è da intendersi come un gesto brutale circoscritto ad uno specifico rapporto uomo/donna, ma come una violenza di genere scatenata non tanto da un momento di accecante e irrefrenabile libido, bensì da una più generica imposizione di un archetipo maschile da parte della società e della politica – tutte proiezioni di un capitalismo patriarcale di alta intensità. Il gesto violento ricolloca chi lo subisce nella dimensione del corpo, ed è proprio attraverso l’azione fisica che la protesta di riferimento risponde e reagisce, dando così al corpo un valore politico. Segato afferma inoltre che il ruolo di chi subisce tali soprusi dovrebbe essere rovesciato: non più vittima, ma eroina/eroe, chi denuncia non è, infatti, un soggetto passivo, ma “un soggetto attivo che sta scoprendo la sua propria capacità politica di modificare una struttura.”

Dalla riflessione sulla potenza sovversiva del corpo e del capovolgimento da vittima ad eroe/eroina parte lo studio di Re Penelope, un lavoro coreografico che lavora sui principi della ripetizione e della resistenza.
Partendo dal movimento dello sbattere un piede per terra – come a tenere il ritmo di centinaia di piedi che si muovono all’unisono – aumentano via via l’intensità, l’intenzione e la foga del movimento, costruendo una struttura coreografica in continua evoluzione che però non abbandona mai il principio fisico-ritmico di partenza, codice riconoscibile e reiterato. Le due interpreti in scena affrontano un viaggio corporeo estremamente attivo, divenendo simbolo di una lotta femminile collettiva in cui l’archetipo classico di Penelope viene chiamato in causa nel suo capovolgimento: da figura circoscritta all’oikos a voce rivoluzionaria della polis.
La musica, suonata interamente live, avvicina il mondo del clubbing e della musica techno a ruoli e funzioni più rituali e antiche delle sonorità percussive.
Musica e coreografia scrivono un percorso comune in cui improvvisazione e codifica viaggiano di pari passo in un processo di costante ascolto e comunicazione tra le parti. I due musicisti e le due interpreti hanno un respiro comune, non esiste un’unica guida ma un dialogo costante fra le parti che fa sì che ciascuno, a turno, prenda le redini e accompagni gli altri al “livello successivo”.

Informazione riservata agli Organizzatori

    Non è stata caricata nessuna recensione

Informazione riservata agli Organizzatori

Acquista opera