Regia: Manuel Renga
Drammaturgia:
Attori: Davide Lorenzo Palla
Altri crediti:
Parolechiave:
Produzione:
Anno di produzione: 2013
Genere:
TAMBURINO di Alessandra Ventrella
regia e scene di Manuel Renga
con Davide Lorenzo Palla
luci di Fabio Bozzetta
organizzazione Beatrice Pozzi
SINOSSI: Un bambino affetto da talassemia major viene ricoverato in un ospedale lontano da casa per l’esportazione della milza. Il bambino inizia a scrivere un diario che racconta quel che gli accade: non sopporta il Professor Rovello, suo medico curante, che ai suoi occhi appare come un torturatore. Un giorno arriva in ospedale una bambina malata di leucemia; dopo le prime difficoltà, i due fanno amicizia. Qualche tempo dopo, il Professor Rovello “preleva” la bambina per trasferirla in un altro ospedale. Nel bambino rinasce il rancore, ancora più forte, per il suo dottore e inizia a porre molta resistenza per fare le terapie. Finché non capirà che il suo vero nemico non è il medico, ma la morte.
NOTE DI REGIA E DRAMMATURGIA: Come sono visti gli adulti dai bambini? Come può la realtà essere così facilmente manipolata e trasformata dalla loro fantasia? Come possono le difficoltà della vita essere così amplificate nella visione infantile?
Tamburino è un monologo polifonico per più voci che si distende nell’arco di cinquant’anni, dai fantastici anni Sessanta fino ad oggi.
In scena un solo attore che di volta in volta attraverserà il tempo e lo spazio per essere protagonista e narratore di una fiaba contemporanea che affonda le sue origini nel passato.
Alessandra Ventrella inventa un linguaggio nuovo per il suo Tamburino, un linguaggio che appartiene ad un bambino di sei anni, con una incredibile capacità di raccontare attraverso immagini.
La mamma regala a Tamburino un diario per distrarlo un po’ dalla noia dell’ospedale e questo diventa per lui l’unico confidente nelle tristi stanze in cui è costretto a vivere.
Nella sua fantasia ogni piccolo avvenimento diventa una grande avventura, le persone che lavorano nell’ospedale diventano mostri mitologici o bianche fate amiche, e saranno queste visioni, questi sogni e queste fantasie, a prendere possesso del palco, accompagnando tutti gli spettatori nei reconditi meandri della mente e del cuore.
La scena è costruita con quattro diversi sipari di cellophane leggero che ben si presta a dar forma a quel limbo, forse una prigione, in cui Tamburino è costretto a stare.
La talassemia, detta anche anemia Mediterranea, è una malattia caratterizzata dalla distruzione accelerata dei globuli rossi. Le continue trasfusioni portano a un accumulo di ferro nell’organismo che va eliminato attraverso terapie ferro-chelanti. L’iniziale rifiuto di Tamburino di confrontarsi con i grossi temi della vita e della morte si trasformerà ben presto nella ferrea volontà di affrontare con tutte le sue armi il vero nemico: il marziano della morte.
Tamburino è una fiaba contemporanea, un viaggio dell’eroe, in questo caso un eroe bambino, che deve affrontare draghi, mostri e prove micidiali pur restando confinato in una stanza di ospedale.
Informazione riservata agli Organizzatori
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