Regia: Claudio Autelli
Drammaturgia: Davide Carnevali
Attori: Francesco Villano e Ciro Masella In video Sofija Zobina e Lia Fedetto
Altri crediti: Scene Maddalena Oriani Disegno luci Omar Scala Musiche originali e sound design Gianluca Agostini Costumi Margherita Platé Video Alberto Sansone Responsabile Tecnico Emanuele Cavalcanti Assistente alla regia Valeria Fornoni Organizzazione Daniele Filosi e Dalila Sena Co-Produzione LAB121/TrentoSpettacoli con il sostegno di NEXT laboratorio per le idee, Regione Lombardia, Fondazione Caritro, Provincia autonoma di Trento, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento
Parolechiave: maschere, paternità, responsabilità, vita, teatro
Produzione: LAB121 / Trento Spettacoli
Anno di produzione: 2024
Genere: Prosa
In alcuni periodi, nel corso della vita, capita di rendersi conto che l’immagine che ci siamo scelti, o meglio che desideriamo per noi stessi, ci guardi dall’alto e ci costringa, come imputati, alla sbarra di un processo che decidiamo di autoinfliggerci.
Quanto c’è di obiettivo in questo giudizio? Quanto è frutto del contesto in cui siamo immersi? Oppure, dall’altra parte, rispetto a scelte passate che nei fatti si sono dimostrate sbagliate, è possibile dimenticarne la responsabilità? In generale, giuste o sbagliate, negative o positive, reali o immaginate che fossero queste scelte, siamo in grado di affrontare l’arringa dei sensi di colpa? La commedia di questo grande autore mantiene un’aderenza con la contemporaneità proprio trattando di due uomini qualsiasi che si trovano a combattere con la paura di non essere all’altezza dalla società, dal giudizio altrui e ancor di più dal loro stesso giudizio nei propri confronti.
Questo feroce e autodistruttivo gioco di sfida con i propri fantasmi prende sul palco, le fattezze di un dialogo del protagonista Aleksej con un grottesco conoscente, Pavel, che risorge dal passato.
SINOSSI DEL ROMANZO
Dopo qualche tempo che aveva l'impressione di essere seguito, Aleksej Vel'caninov viene visitato da Pavel Pavlovic Trusozkij. Egli è un suo antico conoscente. Aleksej in verità fu l'amante di sua moglie Natalia. Pavel si presenta subito come un personaggio bizzarro, spesso in preda all'ubriachezza. Egli recita la parte dell'"eterno marito", sempre bisognoso di una donna al suo fianco. Pavel, con la scusa di essere venuto ad annunciare la morte di Natalia, fa conoscere a Vel'caninov l'esistenza di Liza, figlia illegittima di quest'ultimo. Liza si scopre essere in realtà figlia di Aleksej. Questo stralunato incipit apre la porta a un duello tra i due protagonisti nel quale l’arma scelta è la parola. Strumento capace di trasformare la realtà e di mettere in discussione le proprie certezze, la propria visione del mondo e l’immagine di se stessi. Lo sviluppo del racconto si svolge attraverso i diversi incontri dei due antagonisti, come una sfida a scacchi, in palio la convinzione di potersi salvare o perdersi definitivamente.
NOTE DI REGIA
In mezzo al palco nudo c’è la scena di una stanza ai piedi di una parete anche schermo proiettivo. Il confronto tra i due personaggi/attori appare come un duello tra due parti antitetiche di uno stesso insieme. Vel'caninov/Francesco si trova sempre più immischiato in questo rapporto di attrazione /repulsione con Trusozkij/Ciro. La stessa presenza del suo ospite ricorda a Vel’caninov le proprie responsabilità rispetto ad accadimenti del passato che si volevano dimenticati. Oltre “la stanza”, la sala teatrale stessa con le sue quinte, le sue maschere, i suoi ingranaggi e i suoi anfratti diventa il luogo naturale per questo duello. Una storia che si muove sul filo della dicotomia redenzione/perdizione.
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