Regia: Valentina Carbonara
Drammaturgia: Ciro Esposito
Attori: Ciro Esposito
Altri crediti: elementi di scena: Monica Costigliola
Parolechiave: esposti, sorelle, religione, vecchiaia, resurrezione
Produzione: Esposti
Anno di produzione: 2012
Genere: Prosa
“Rosa Nurzia” è l'attimo prima della fine. E' un'esplosione bloccata, come in una foto, dove per vedere il seguito è necessario ascoltare.
Dalle parole di Rosa dipende tutto.
Se non racconta, il suo mondo non può finire.
Se non racconta, non può accorgersi che il suo mondo è finito.
Rosa è immobile sulla sua sedia, fieramente barricata nell’unico spazio consentito al suo essere vecchia e definitivamente sola, ora che sua sorella Alma è partita. Entrare nella sua casa è come dare l’ultimo saluto a un mondo in decomposizione. E’ partecipare ad un funerale che lei tenta comicamente di rimandare: ricordando, aggrappandosi a un tempo che non esiste più, pronunciando sentenze ridicole e lapidarie su chiunque e su qualunque cosa le capiti a tiro, abbandonandosi a visioni mistiche e istinti profani.
Rosa ha una storia da raccontare con la sua lingua antica e forte e con il suo corpo incerto, nervoso, che non sa più rialzarsi da solo.
Una storia reale, privata, fatta di piccole cose, che fa ridere e che per questo fa male.
E’ il passato destinato a scomparire nella vaghezza del contemporaneo.
E’ l’immedesimazione di un vivo con un morto, di un corpo con un’anima.
E’ l’impossibilità di generare, evolvere, fiorire.
E’ la sfida di far entrare la forza della donna, nel corpo di un attore maschio.
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