Regia: Daniele Santisi
Drammaturgia: Chiara Arrigoni
Attori: Andrea Ferrara, Matteo Carabelli, Chiara Arrigoni, Ottavia Orticello Un ruolo ancora in via di definizione
Altri crediti: Costumi Paola Arcuria
Parolechiave:
Produzione: Le Ore Piccole / Compagnia Dunamis
Anno di produzione: 2023
Genere: Prosa
In un’umanità al collasso, anestetizzata dal placebo del consumismo, infelice ma indifferente di fronte alla prospettiva della sua stessa fine, si affaccia la prospettiva di un cambiamento radicale quando un uomo schivo e riluttante, Giona, porta al re della città un messaggio da parte di Dio: tutto verrà distrutto se non si convertiranno entro quaranta giorni.
La storia del profeta Giona, estrapolata dal testo sacro, riscritta e calata in uno scenario totalmente contemporaneo, è per noi l’occasione di parlare del nostro tempo. Protagonista è un’umanità a tratti disperata, simile alla nostra, a cui viene però data una possibilità, o una sfida: abbandonare per sempre la vita di prima e salvarsi. Nel mondo di oggi, sul baratro della crisi climatica, avvilito da emergenze sanitarie, belliche e sociali e chiuso nella gabbia di infelicità del capitalismo, saremmo capaci di liberarci di tutti i mali che ci affliggono se ne avessimo all’improvviso la possibilità?
Il racconto biblico di Giona è estremamente archetipico: la chiamata di Dio con un compito (andare a Ninive dal re degli Assiri, nemici degli ebrei odiati da Giona, a dirgli che i suoi mali sono “saliti fino a Dio”), il rifiuto della chiamata (Giona scappa e durante un temporale viene divorato da un “grosso pesce”), la seconda possibilità (Dio fa tornare Giona dallo sheol, l’abisso o meglio il regno dei morti) e poi l’esito diverso da quel che ci si aspettava: la conversione in massa del re di Ninive e dei suoi abitanti, a cui Giona ha intimato di convertirsi minacciandoli che Dio li avrebbe distrutti entro quaranta giorni, sperando in realtà che non si convertissero e la città finisse rasa al suolo da Dio. La vicenda si chiude nel deserto, dove Giona si dispera per la salvezza di un popolo che odia e spera di ottenere da Dio la morte.
Il testo prende lo scheletro archetipico della vicenda biblica e la attualizza, attraverso una coralità di personaggi già presenti (Giona, il re di Ninive, gli abitanti di Ninive, due marinai, che diventano i proprietari di un servizio di gite in barca, e Dio, ovvero una donna che Giona incontra al supermercato); gli ultimi due, invece, sono inventati e portavoce di un’umanità ai margini dei grandi eventi che ritrova la capacità di amare: un corriere e una ragazza che può essere “ordinata” tramite le app da cui si ordinano cibo, medicinali, droghe, qualsiasi cosa utile per spezzare la paura che stiamo andando verso il nulla.
Al centro c’è Ninive: non solo un luogo, ma un personaggio dotato di pulsioni, desideri, sofferenze, in attesa di ritrovare una ragione per esistere, un consumatore-consumato che non ottiene più soddisfazione ai suoi multiformi appetiti nelle distrazioni artificiali da cui è sommerso.
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