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BANDO ALLE CIANCE

Teatro Solare

Genere Prosa Danza Performance
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Regia: Alessandra Francolini

Drammaturgia: Alessandra Francolini

Attori: Alessandra FrancolinEdoardo GropplerStefano Iagulli

Altri crediti: Con il contributo di CR Firenze, 
in collaborazione con Accademia e Teatro Dimitri, con il Sostegno di PARC/Fabbrica Europa, Teatro Cantieri Florida/Elsinor Produzione Teatrale e Gada Playhouse.

Parolechiave: Teatro, Pane, sperimentale

Produzione: Teatro Solare

Anno di produzione: 2021

Genere: Prosa Danza Performance

Bando alle Ciance è un lavoro che indaga il rapporto tra arte e comunità. Mi sono chiesta quale fosse il ruolo del Teatro durante un periodo tanto precario come quello che stiamo vivendo e mi son risposta che è quella disciplina che ci permette di filtrare e digerire gli eventi che costellano la vita di tutti i giorni, aiutandoci ad ampliarne il punto di vista e stimolando una riflessione consapevole su di sé. Una cosa, visto il periodo piuttosto impegnativo, che deve essere parte del nostro quotidiano, come il pane. Attorno a questa metafora del pane che è una cosa semplice, collettiva, sacra, è cominciata la ricerca che mi ha spinta verso una semplicità drammaturgica e stilistica. In quel palco, sempre più vuoto abbiamo ritrovato, qualcosa di semplice e collettivo: la paura della Morte, il bisogno d’Amore. E grazie al Teatro non ne abbiamo avuto paura, anzi, tutto è diventato un gioco.
Bando alle Ciance è uno spettacolo che si prende la libertà di parlare di tante cose, senza limiti stilistici, all’interno di una cornice temporale e spaziale estremamente rigida.
 Si decide che lo spettacolo deve durare 50 minuti esatti: inizia che viene infornata una pagnotta di pane e finisce quando il timer del forno suona ed il pane è cotto.
Lo spazio è il palco stesso, la regia e le luci sono in scena, manovrate direttamente dagli attori, che sono tre, senza nome, senza passato né futuro. E che, con la promessa di un finale incredibile, guidano il pubblico in un viaggio intimo ed universale tra i loro sogni ed incubi: la paura della morte, e degli sciacquoni, il bisogno d’amore, il desiderio di dare un senso alle cose, alla vita, a tutto.
Questa corsa contro il tempo comincia con una domanda che rimane irrisolta “Cosa dovete assolutamente fare prima di morire?” 
Tra le tavole del palcoscenico messo a nudo i tre attori cercano la risposta, dando vita a delle scene che si susseguono in modo disordinato e leggero, in un equilibrio fragile ma costante tra realtà e finzione. Ogni pensiero viene sacralizzato e dissacrato tramite i giochi che costruiscono spontaneamente. Il Teatro diventa sempre più seducente, tanto da non farli sentire più il ticchettio del forno in cui sta cuocendo il pane, che li avvicina sempre di più alla fine dello spettacolo.
Nel pieno di questa follia creatrice che li nutre e divora continuamente, paure e desideri prendono forma, mutano, vivono e si estinguono senza soluzione di continuità. I tre attori si perdono nei loro giochi e la promessa di un finale incredibile, fatta al pubblico all’inizio dello spettacolo, non viene mantenuta.
Il pane è quasi cotto.
 Cala il silenzio e tutti insieme aspettano che la fine arrivi, che il forno suoni.
In quegli ultimi istanti di spettacolo: 
“Cosa dovevate assolutamente fare prima di morire?”


Le risposte adesso arrivano lucide e immediate.
Il forno suona, il pane è pronto, la catarsi è avvenuta.
Il Teatro ha fatto, ancora una volta, il suo lavoro.

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