Regia: Alvia Reale
Drammaturgia: Massimo Sgorbani
Attori: Fabio Mascagni
Altri crediti: musiche originali di Roberto Piazzolla Costumi Sandra Cardini grafica Francesco Biscione movimento Valerio Cassa assistente alla regia Iacopo Paradisi
Parolechiave: angelo, gravità, alviareale, fabiomascagni, archetipo
Produzione: Archètipo Associazione Culturale
Anno di produzione: 2020
Genere: Prosa
Da un fatto realmente accaduto, riportato sulle pagine dei giornali.
Un detenuto nel braccio della morte, aspetta il giorno dell’esecuzione. Lo Stato che lo ha condannato ammazza tramite impiccagione.
Il detenuto è talmente grasso che la corda del boia non reggerebbe il peso. L’esecuzione deve essere rinviata. Quelle del testo sono le parole che il detenuto pronuncia nelle ore della sua ultima attesa. Attesa prolungata, dilatata (dell’obeso, anche il tempo e ipertrofico). Il luogo dell’azione verbale potrebbe essere una cella, ma più esattamente è un luogo qualsiasi davanti a Dio. Se non proprio davanti, di sicuro nelle sue vicinanze.
Massimo Sgorbani.
La voglia di lavorare con Fabio Mascagni è la molla che mi ha spinto ad intraprendere questa avventura. Quello che mi interessa nel lavoro è scoprire insieme qualcosa che non sappiamo già. Il protagonista del testo è un personaggio che ha delle caratteristiche fisiche molto precise, ma non ritenevo necessario cercare una verosimiglianza con la fisicità dell’attore.
Con un piccolo intervento drammaturgico, ho pensato che un “cabaret macabro” potesse darci la giusta distanza , come avveniva attraverso la forma epica dei “cartelli brechtiani” che rifiutando lo stile naturalistico non “incarnavano” un avvenimento ma lo “narravano”, stimolando la coscienza critica e l’immaginario dello spettatore.
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