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Magnificat

ZEROGRAMMI
Regia: Amina Amici
Drammaturgia: Doriana Crema, Stefano Mazzotta
Attori: Amina Amici
Trailer: Link
Anno: 2022
Adatto a: per tutti


Generi: Danza, Teatro-danza

Tags: Divino, Maria, donna, vergine, laico

In Magnificat, Amina Amici prosegue lo studio sulla figura della Vergine Maria, attraverso uno sguardo laico, in una duplice ricerca: quella sul femminile e quella sulla scrittura coreografica a partire da studi e suggestioni pittorico-iconografiche.
Ci si domanda cosa potesse pensare intimamente Maria, cosa abbia potuto provare in seguito a eventi di vita così straordinari, e infine, come tutto questo si sia inscritto nel suo corpo.
Il movimento di un dipinto, un frammento di spazio-tempo dei pensieri più intimi di Maria, di una giovane donna, in relazione agli accadimenti della sua vita straordinaria: gli autori e i quadri scelti, contribuiscono quindi alla scrittura e alla dinamica nel movimento. La ritmicità del gesto dona ‘azione’ al potenziale racchiuso nella bidimensionalità pittorica. I punti di fuga, così come il segno che si ammorbidisce per accogliere, si fanno punteggiatura nella scrittura coreografica.
Qual era il suo stato emozionale, com’era il suo sguardo e il suo cuore battente nella velocità della paura, probabilmente, nell’incontro con l’Arcangelo?
Un luogo, non luogo, sul crinale tra astrazione e concretezza.
Maria tramite tra il terreno e il divino; il punto di vista della donna madre, dell’archetipo, una donna comune e mortale.
Cosa resta di Maria nonostante noi?

Altri crediti: musiche originali: Bruno de Franceschi, Frequenze Nomadi Orchestra
tromba: Mirio Cosottini

Produzione: Zerogrammi

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Zerogrammi è un organismo di produzione della danza fondato nel 2005, diretto dal coreografo Stefano Mazzotta e sostenuto da Regione Piemonte e Mic. L’articolato viaggio di scoperta che conduce alla creazione (30 produzioni realizzate ad oggi in collaborazione con teatri e festival in Italia, Russia, Portogallo, Olanda, Spagna, Germania) giunge al lavoro compositivo passando attraverso un’ampia zona di ricerca drammaturgica e coreografica, percorsi di residenza costruiti intorno a specifici interessi antropologici e geografici, progetti educativi e sociali, pratica di linguaggi quali la fotografia, le arti plastiche, la letteratura, per restituire al lavoro creativo nuovi segni, nuovi significati e un bagaglio esperienziale che è lo strumento essenziale con cui torniamo alla costruzione del nostro lavoro artistico, rinnovandone il senso e l’urgenza. (...) Ecco allora nascere creazioni che accolgono suggestioni e ispirazioni dai mondi più diversi. Letteratura e filosofia, tradizione e quotidianità per spettacoli originali e taglienti, ironici e intensi, lavori contraddistinti da un’accurata operazione di sottrazione (Premio Hystrio 2013).
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