Regia: Manuel Capraro
Drammaturgia: Chiara Matera
Attori: Elisa Belmonte, Benedetta Calogero, Ginevra Degli Effetti, Roberta Donnangelo, Angela Favella
Altri crediti: Assistente alla regia Giulio Brunotti
Parolechiave: Attesa, donne, famiglia, dramma, phisycal theatre
Produzione: Teatro Jolie Rouge
Anno di produzione: 2022
Genere: Prosa
Cosa significa per una donna attendere? In un unico spazio scenico si muovono alcune donne di una stessa famiglia, sono figlie, madri e sorelle, si confondono e nella fusione si differenziano.
I diversi personaggi aspettano qualcosa o qualcuno: il primo ciclo mestruale, una risposta dall’università, il risultato del test di gravidanza, un organo, il Natale, un uomo che ritorni, un padre che si ricordi delle figlie, delle scuse, una madre che riesca, nonostante l’Alzheimer, a riconoscere ogni figlia.
Ogni donna di questa famiglia è un personaggio che rappresenta un momento della vita, con le speranze, emozioni tipiche dell’infanzia, adolescenza, giovinezza, età adulta e vecchiaia.
L’attesa dell’altro e del suo sguardo come unico modo per esistere e rallegrarsi del fatto di essere al mondo, lo sguardo dell’altro come unico modo per essere riconosciute e amate.
È mattina e tutte le donne che vivono in casa vogliono entrare in bagno.
Tutti i dialoghi avvengono sul ciglio della porta che separa il bagno dal resto della casa.
È il confine tra il contatto con l’intimità delle proprie tragedie e la famiglia che incombe.
Nel bagno le singole donne raccontano le loro paure, i drammi che non possono dire a nessuno, oppure si aprono al mondo registrando un video da mettere online.
Lo spettacolo inizia e si articola su dialoghi di donne che si confrontano e cercano rassicurazioni. Non sono personaggi traballanti ma, attraverso i loro racconti, creano attesa e sospensione anche nel pubblico.
Lo sfondo è quello di una famiglia, tutta al femminile. Ogni donna è strettamente connessa e legata alle altre, sono egoiste e in competizione tra loro.
Gli uomini sono tutti abbandonici o morti, ma sono anche stati “fatti fuori” da questi legami che non possono ammettere un terzo nelle loro fitte trame.
Anche se non si vedono, sono sempre presenti, si parla di loro. Alla fine, ogni donna ha dei conti in sospeso che spera di poter pareggiare, mentre si frantumano in un’attesa più grande, quella di essere riconosciute nella loro unicità, di essere amate per quello che sono.
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