← Indietro
immagine-grande

ALL YOU CAN BE(T) - Non si muore di fame ma di cattive abitudini

Doppeltraum Teatro

Genere Prosa
Cachet:Informazione riservata agli Organizzatori
Modifica Tag

Regia: Elvira Scorza

Drammaturgia: Elvira Scorza

Attori: Chiara Bosco, Luana Doni, Federico Palumeri, Alessandro Pizzuto/Alessio Zirulia, Cristina Renda, Flavio Vigna/Michele Puleio

Altri crediti: voce fuori campo Maria Grazia Solano assistente alla regia Federico Palumeri progetto sonoro Filippo Conti progetto luci Umberto Camponeschi e Nicolò Mazzon per il materiale di scena si ringrazia Risto-Self La Cadrega (Pianezza, TO) una produzione Doppeltraum Teatro in collaborazione con Play with Food Festival / Il Gusto del Mondo / Terrazza Mascagni Teatro. Spettacolo realizzato grazie al sostegno di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e al contributo di 90 sostenitori sulla piattaforma Eppela

Parolechiave: testo inedito, contemporaneo, generazione Y, cibo, spreco

Produzione: Doppeltraum Teatro in collaborazione con Play with Food - La scena del cibo

Anno di produzione: 2022

Genere: Prosa

In un ristorante a gestione familiare della provincia italiana, la figlia degli storici gestori – ora capo dello staff – propone di modificare radicalmente l’offerta del locale, definendo un menu all you can eat a km zero dal vago sapore esistenzialista, capace di mettere d’accordo tutte le intolleranze e le preferenze alimentari con una cucina sostenibile vegana e solidale.
La discussione che segue porta però tutto lo staff a fare i conti con la rottura del precario equilibrio su cui da anni si regge la baracca: emergono lutti e dolori rimossi o taciuti a dimostrare quanto oramai il ristorante sia inevitabilmente destinato a chiudere i battenti, e a dichiarare fallimentare ogni tentativo di cambiamento, di integrazione e di evoluzione. E le colpe, oramai, ricadono sui padri tanto quanto sui figli.

All you can be(t) è il ritratto di una generazione che si trova a fare i conti con la sensazione di essere pieni (di cibo, stimoli, beni, desideri, aspettative…) ma mai sazi. Per questo, il titolo riprende la nota formula dell’all you can eat, che funge da metafora del nostro tempo: “sii tutto quello che vuoi, quando vuoi, quanto vuoi”. Pensiamo di avere tutto quello che ci serve ma cosa siamo chiamati a essere veramente (to be)? A cosa puntiamo veramente (to bet)? Quali sono i nostri desideri? Nasce così una riflessione sul benessere materiale contemporaneo e sull’illusione di poter consumare tutto ciò che si vuole, illimitatamente. Un’abbondanza in apparenza gratuita che troviamo anche nelle informazioni online, nelle relazioni umane e nelle aspirazioni future. Tutte idee che contrastano con una realtà fatta di ristrettezze, di conflitti globali, di divisioni ideologiche e di precarietà.

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Acquista opera