Regia: Clara Storti
Drammaturgia:
Attori: Clara Storti
Altri crediti: Autrice e interprete: Clara Storti Scenografia e attrezzeria: Maddalena Oppici e Clara Storti Light designer: Luca Carbone Sound designer: Andrea Ferrario Tecnico audio e luci: Flavio Cortese Costumi: Rosa Mariotti Sguardo esterno: Ulisse Romanò e Nadia Milani Aiuto alla creazione: Gaia Vimercati Direttore di produzione: Filippo Malerba Produzione: Quattrox4 Circo ETS Con il sostegno di RSGT/FLIC – Residenza Surreale, Mon Circo/MagdaClan, Dinamico Festival, Circo all’inCirca, Fabbrica C – Puntata Zero, Spiazzo_circo fuori dal vaso Età: per tutte le età Durata: 50 minuti
Parolechiave: Circo, Assolo, Fiaba, Viaggio, Casa
Produzione: Quattrox4 Circo ETS
Anno di produzione: 2021
Genere: Teatroragazzi (5-99) Danza Teatro-danza Performance
SINOSSI
Un quadrato, tanti piccoli oggetti: un vassoio, una teiera, un prato all’inglese, un comodino. E poi Fritz e Oscar, silenziosi coinquilini in una minuscola casa. Gretel si muove nel suo microcosmo di piccole cose, sbadata e rigorosa, caotica e attentissima a tenere vivo l’ordine bizzarro dei suoi oggetti fuori scala e fuori posto. Poi, a un tratto, la catastrofe. Cosa vuol dire casa? Con l’immediatezza di narrazione della fiaba, Gretel percorre sola i sentieri dell’esistenza, tra circo contemporaneo, danza e manipolazione di oggetti. Un inno alla migrazione, un’ode alla tenacia del sapersi reinventare, nonostante tutto. Una riflessione delicata e profonda sul chi va e chi resta, sul resistere sempre. Anche quando tutto crolla.
NOTA D’INTENZIONE
“Alla base di questo progetto c’è il desiderio di indagare l’universo delle fiabe, di cui non mi interessa la morale e la dimensione retorica o psicoanalitica, ma la semplicità di narrazione e i piccoli segni magici o poetici che queste contengono.”
“Cerco un’estetica precisa, delicata e surreale espressa in una composizione sintetica di elementi che possano evocare atmosfere oniriche e infantili, per distaccarmi dal verismo e dal reale e lavorare sull’umano e il suo sentire esistenziale - l’abbandono, l’ostinazione, la speranza - in un contesto non ordinario, con elementi fuori scala e fuori posto.”
DECOSTRUIRE LA FIABA
La suggestione di partenza di questo spettacolo è Hansel e Gretel, di cui mi interessa sul piano drammaturgico l’essere costretti ad abbandonare, il perdersi in un luogo, un percorso rischioso e il tentativo “eroico” e quotidiano di superare il dramma.
Sul piano visivo il segno dei sassolini e del pane, una sorta di coda legata a casa, il filo d’Arianna costruito con semplicità e ingegno e la casa di marzapane come lussuosa meta, quel castello di carta che ti si disfa sotto i piedi, traguardo attraente e chimerico come il Paese dei Balocchi di Pinocchio. Di questo approdo mi interessa il bagliore.”
UNA DANZA PER CORPO E OGGETTI
“Il cuore del progetto è la commistione, consapevole e articolata, tra corpo e oggetti scenici e la capacità che questa unione ha di costruire immagini metaforiche, inaspettate e poetiche. Gli oggetti vivono al pari del mio corpo e sono in costante dialogo con esso. Gretel è per me l’espressione di un linguaggio ibrido (visivo e fisico) in cui scenografia, universo visivo, e circo siano in stretto contatto.”
“La relazione con gli oggetti è il motore del lavoro fisico, che si sviluppa al fine di trovare una scrittura autentica, dettagliata e assurda della corporeità. Questa ricerca parte da terra per amplificarsi e modificarsi attraverso l’utilizzo della corda aerea e degli equilibri, spostando l’elemento in/con cui si muove il mio corpo e ponendo così chiari limiti e nuove possibilità.”
Informazione riservata agli Organizzatori
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