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FEDRAH o della Spietà dell'Amore

Piccola Compagnia della Magnolia

Genere Prosa
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Regia: Michele Di Mauro

Drammaturgia: Michele Di Mauro

Attori: Giorgia Cerruti - FEDRAH Davide Giglio - IPPOLITO Francesca Cassottana - STROPHE

Altri crediti: Elaborazione drammaturgica e regia, Michele Di Mauro Orizzonti sonori, fonica - Guglielmo Diana Scene e Luci - Lucio Diana Immagini, suoni, parole e sinapsiche verticali - Elvis Flanella Tecnico di compagnia - Marco Ferrero Assistente alla regia - Alessandro Persichella Realizzazione scenotecnica - Maurizio Fo Organizzazione - Angelo Pastore Segretaria di compagnia - Emanuela Faiazza

Parolechiave:

Produzione: Piccola Compagnia della Magnolia, in coproduzione con Gli Scarti/Fuori Luogo - La Spezia, con il contributo di TAP/Torino Arti Performative.

Anno di produzione: 2021

Genere: Prosa

FEDRAH o della Spietà dell’Amore
Variazioni attorno al mito e alle sue riscritture

Uno spettacolo di Piccola Compagnia della Magnolia
NUOVA CREAZIONE 2021

Sinapsicando tra Euripide e Racine, tra Sarah Kane e Kate Tempest, e passando sotto l’immaginario dissacrante di Elvis Flanella, questa mia FEDRAH (che ha le radici nella reinvenzione del classico e l’H in onore di SaraH) ha nel suo centro drammatico l’AMORE come Inizio e Fine di tutto. L’Amore come Fiamma e Pioggia che l’annulla. L’Amore che sa di gelsomino e di letame, che ti fa risorgere e t’ammazza due volte!
E intorno ad Esso, famiglie che si sgretolano, passioni che il destino gestisce e gli uomini non riescono a domare, vite che durano un giorno e giorni che valgono una vita. 3 personaggi: Fedra, Ippolito e Strophe (emblematica aggiunta della Kane, che fa della sua rivisitazione novecentesca un nuovo classico per il post 2000).
In scena, non un’ipotesi di nuova famiglia reale (di natura fiabesca) ma un azzardo di parallelo coi nuovi Re. Con quelle famiglie che hanno cambiato la nostra storia e continuano a tenerla in pugno. Che hanno sostituito le tragedie letterarie con le proprie, private. E tra queste, una su tutte: quella degli Agnelli, croce e delizia del Popolo dipendente. Luogo dell’effimero e del kitsch. Un modo per dare alla mia Fedra dei “parenti terribili” ma maledettamente “reali”. Per guardare verso gli Dei con una smorfia di disprezzo e un desiderio di rivincita giornaliera. Non tutto è male, ciò che finisce male, se nel “durante” si assapora la dolcezza dell’eterno. (Michele Di Mauro)

Perché Fedra oggi? Perché il nostro sembra un mondo refrattario al Sentimento, e quindi alla vita stessa, al futuro che verrà. Nella verità inattaccabile del Desiderio di Fedra è invece contenuta un’oggettività euforizzante, eccitante. Attraversare le innumerevoli riscritture di Fedra vuol forse dire “provare a farsi carico” del cuore emotivo del Mondo: se non ci fosse Lei, tutto potrebbe continuare nella propria indefinitezza, aspettando la fine di tutto. Proveremo a compiere un viaggio tecnico-sentimentale dentro questo mito, spostandolo di fronte a noi, cittadini e belve di oggi. Con questo nuovo lavoro “rovistiamo” ancora e nuovamente tra i miti classici impastando contaminazioni, utilizzando le riscritture come trampolino (o precipizio) per tornare là, al cuore intatto della tragedia.
Quando inizia e quando finisce un classico?
E cosa lo definisce?
(Piccola Compagnia della Magnolia)



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