Regia: Cristel Checca
Drammaturgia: Cristel Checca, Paolo Scarpelli
Attori: Anna Carla Broegg, Cristel Checca, Francesco Figliomeni
Altri crediti: Disegno luci Francesco Traverso Grafiche Serena Rizzo Videomakers WOW Tapes
Parolechiave: Slut-shaming,
Produzione: Cerbero Teatro
Anno di produzione: 2021
Genere: Prosa Performance
OBLIO nasce dall’esigenza di portare alla luce il fenomeno dello slut-shaming, letteralmente l’onta della sgualdrina, che nell’era di internet sta mietendo sempre più vittime. Lo slut-shaming è la gogna mediatica riservata alle donne giudicate “colpevoli” di trasgredire i codici di condotta sessuale che la società ha previsto per loro. Un fenomeno che giunge troppo spesso a esiti tragici.
OBLIO tratta di una modernità in cui l’individualizzazione consiste nella trasformazione dell’identità umana da qualcosa di dato a un compito da raggiungere. Traguardo impossibile per una donna che non ha più potere sulla propria immagine, che vive di vita propria e si mischia al cascame ormai deformato che ha originato il mondo virtuale, dove il diritto all’Oblio è un privilegio e le leggi che regolano internet sono un labirinto senza via d’uscita.
OBLIO è un esperimento di performance interattiva. Tramite l’artificio drammaturgico di un surreale Quiz Show televisivo il pubblico partecipa attivamente alla narrazione, strutturata a bivi, orientandone la direzione e rendendo ogni replica UNICA.
Dietro uno schermo chiunque pare sapere cosa sia più giusto per gli altri, non risparmiando giudizi feroci senza temere conseguenze personali. OBLIO sfida il pubblico a fare lo stesso, travalicando la quarta parete dello schermo e abbattendo la distanza fra giudicante e giudicato, trasformando lo spettatore in “regista” del personaggio in scena.
I rimandi all’immaginario televisivo e del web, il tema della virtualità e l’interattività di OBLIO trovano naturale approdo nell’ibridazione fra teatro e video. Le videoproiezioni sono parte integrante della narrazione, elementi diegetici all’interno del quiz show o scorci su realtà alternative. La scenografia in stile kitsch usa materiali da imballaggio che rimandano alle dinamiche di una società in cui l’elemento “fallato” è rispedito al mittente, come una bambola rotta non riparata, ma sostituita da una nuova e migliore.
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