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Leviatano

Carmentalia

Genere Prosa
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Regia: Marco Di Stefano

Drammaturgia: Riccardo Tabilio

Attori: Giulio Forges Davanzati, Alessia Sorbello, Andrea Trovato

Altri crediti: assistente alla regia Cristina Campochiaro scenografie video Antonio Simone Giansanti preparazione musicale a cura del M° Attilio Costa disegno luci Enzo Biscardi tecnico luci Marcello Seregni dramaturg Chiara Boscaro regia, scene e costumi Marco Di Stefano una coproduzione Network NdN, Teatro Libero Palermo, Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona, Centro Teatrale MaMiMò col supporto di TRAC – Centro di residenza teatrale Pugliese, AterlierSì e Dracma – Centro sperimentale di arti sceniche. realizzato da Compagnia Carmentalia e La Confraternita del Chianti

Parolechiave: nuova drammaturgia, effetto Dunning-Kruger, anni '90, stupidità, limone

Produzione: Network NdN, Teatro Libero Palermo, Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona, Centro Teatrale MaMiMò

Anno di produzione: 2021

Genere: Prosa

Tre microfoni. Due chitarre. Un distorsore.
Tre attori, musicisti, performer.
Leviatano è un racconto profondamente radicato negli anni '90, decennio del grunge, neo punk e brit pop: la
musica con cui siamo cresciuti noi. Ed è proprio grazie a questa musica -interpretata dal vivo dagli attori – che prende vita uno spettacolo che mescola realtà e finzione, anni '90 e contemporaneità, teatro e concerto.
Leviatano è uno spettacolo rock. Da vedere, ascoltare e ballare.
Leviatano nasce dall'immaginario della nostra adolescenza, piena di sogni e fallimenti.
Un'adolescenza difficile, come tutte le adolescenze, ma anche molto divertente. Siamo partiti da noi, dal nostro vissuto, per indagare le infinite risorse della stupidità umana.
Beh, non è stato difficile.
Compagnia Carmentalia e La Confraternita del Chianti

Nel 1995 la polizia di Pittsburgh, Pennsylvania, si presenta a casa di McArthur Wheeler per arrestarlo: McArthur Wheeler, 44 anni, incensurato – un metro e sessantotto per 128 chili – è stato riconosciuto colpevole di rapina aggravata ai danni di due banche.
Apre la porta agli agenti e sbianca: «Com’è possibile? Ma io avevo in faccia il succo di limone.» Il succo di
limone… Gli inquirenti si scambiano uno sguardo. Il succo di limone, ossia… il succo dell’invisibilità? Il caso di un rapinatore improvvisato che, suggestionato da un esperimento con l’inchiostro simpatico, si strizza un limone in faccia e poi assalta due banche finisce in mano a due studiosi di psicologia sociale, David Dunning e Justin Kruger. Il caso Wheeler diventa lo spunto per una«teoria della stupidità»: il cosiddetto Effetto Dunning-Kruger. La ricerca viene pubblicata, ha un enorme successo e consegna al mondo l’archetipo mitologico degli stupidi: McArthur Wheeler, appunto. Leviatano parte da qui, da questa storia di cronaca degli anni '90, e la racconta a partire dalle
fonti giornalistiche e accademiche. La insegue e la interpreta, affondando lo sguardo nella stupidità – motore potente della Storia – e nelle sue origini. Come il romanzo di Paul Auster a cui Leviatano deve il suo titolo, compie una ricostruzione, ricercando in essa – la storia di un uomo solo tra le rovine dell’America post-industriale – in controluce, la filigrana del mondo contemporaneo.
Riccardo Tabilio

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