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LA SPOSA BLU

ZEROGRAMMI
Regia: Silvia Battaglio
Drammaturgia: Silvia Battaglio
Attori: Silvia Battaglio
Trailer: Link
Anno: 2021
Adatto a: VM14


Generi: Teatro-danza, Figura

Tags: Barbablu, fiaba, stereotipi di genere

Poiché la fiaba, così come il mito, è quasi sempre luogo di incontro genuino tra forze opposte e contrarie, essa può essere veicolo letterario per elaborare sul piano teatrale argomenti particolarmente attuali, sensibilizzando in modo trasversale il pubblico su questioni che ci riguardano da vicino. Liberamente ispirata alla fiaba di Barbablù, LA SPOSA BLU è una scrittura di scena per performer e marionette costruita su una drammaturgia composita e multidisciplinare che attinge dalla danza, dal teatro fisico e di figura, in cui la costruzione del racconto sottende la sperimentazione. Attraverso l’interazione scenica con tre singolari marionette degli anni ’40 appartenenti alla storica collezione Toselli e custodite presso l’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, il lavoro intende percorrere gli archetipi e i contenuti della fiaba, aprendo un possibile sguardo sul presente. Lo spettacolo è costruito intorno alla figura della sposa di Barbablù che - non conformandosi al classico femminile delle fiabe e non omologandosi ai dettami del consorte - opta per una sorta di ‘legittima difesa’ e si oppone al violento destino che il marito vorrebbe consegnarle. Puoi aprire soltanto le porte delle stanze che dico io, sono le parole che Barbablù ripete, impostando la relazione affettiva all’insegna del possesso, della paura e del controllo: è dunque nel rifiuto di questo ricatto che la sposa Blu decide di aprire la porta segreta, al di là della quale scopre i corpi occultati delle precedenti marionette-spose che, tornando in vita, scivolano dentro un ‘racconto’ sospeso tra fiaba e realtà, dove l’elemento della trasgressione assume il valore di una redenzione salvifica. Aprendo quella porta segreta che di fatto la porterà alla conoscenza e a mutare la trama del suo ‘destino’, la sposa Blu avvia un processo di ‘sospensione dell’irrevocabile’, affrancandosi da un’esistenza costruita sul possesso, sull’inganno e sul controllo. Nel suo delicato percorso di riscatto e trasformazione, la sposa Blu aspira alla ricerca della luce che abita nei luoghi arcani dell’oscurità e - incarnando il desiderio di non lasciarsi manipolare e soggiogare dalla violenza - attraversa il vasto abisso del potere, metaforicamente rappresentato da Barbablù, per riemergere e parlarci d’amore e liberazione, per svelare l’ignoto al di là dell’apparenza, nella scoperta di noi stessi oltre gli stereotipi di genere.

Altri crediti: di e con
Silvia Battaglio

scrittura di scena liberamente ispirata a
Barbablu’ di/by Charles Perrault

suggestioni letterarie
William Shakespeare, Georgi Gospodinov, Antonio Ferrara, Fratelli Grimm

suggestioni musicali
Bach, Fazil Say, Alva Noto, Louis Ferrari

testi, voce, elaborazione sonora
Silvia Battaglio

disegno luci
Tommaso Contu

produzione
Zerogrammi

in collaborazione con
Biancateatro

coproduzione
Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, Festival INCANTI, Officine CAOS/Residenza Arte Transitiva

in collaborazione con
Casa LUFT, Tangram Teatro, Gruppo Abele ONLUS

in partenariato con
Anima International Festival/Is Mascareddas, Alpe Adria Puppet Festival/CTA Gorizia, Festival Internazionale Arrivano dal Mare/Teatro del Drago, Festival Internazionale Immagini dall’Interno/Teatro del Lavoro, IF Festival/Teatro del Buratto

con il sostegno di
TAP Torino Arti Performative, Regione Piemonte, MIC Ministero della Cultura

Produzione: Zerogrammi / Biancateatro

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Zerogrammi è un organismo di produzione della danza fondato nel 2005, diretto dal coreografo Stefano Mazzotta e sostenuto da Regione Piemonte e Mic. L’articolato viaggio di scoperta che conduce alla creazione (30 produzioni realizzate ad oggi in collaborazione con teatri e festival in Italia, Russia, Portogallo, Olanda, Spagna, Germania) giunge al lavoro compositivo passando attraverso un’ampia zona di ricerca drammaturgica e coreografica, percorsi di residenza costruiti intorno a specifici interessi antropologici e geografici, progetti educativi e sociali, pratica di linguaggi quali la fotografia, le arti plastiche, la letteratura, per restituire al lavoro creativo nuovi segni, nuovi significati e un bagaglio esperienziale che è lo strumento essenziale con cui torniamo alla costruzione del nostro lavoro artistico, rinnovandone il senso e l’urgenza. (...) Ecco allora nascere creazioni che accolgono suggestioni e ispirazioni dai mondi più diversi. Letteratura e filosofia, tradizione e quotidianità per spettacoli originali e taglienti, ironici e intensi, lavori contraddistinti da un’accurata operazione di sottrazione (Premio Hystrio 2013).
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