Regia: Liv Ferracchiati
Drammaturgia: Associazione culturale Evoè!Teatro
Attori: Giovanni Battaglia, Paolo Grossi, Emanuele Cerra
Altri crediti: luci Emanuele Cavazzana tecnico Marco Filippone costumi Lucia Menegazzo fonica Giacomo Agnifili foto di scena Marco Leonardo Pieropan. Si ringrazia Ginevra Battaglia.
Parolechiave: Fottuti, uomini, maschile, tossico, rosa
Produzione: Compagnia Evoè!Teatro
Anno di produzione: 2021
Genere: Prosa
Dei fottuti uomini forti che rappresentano tre figure del maschio contemporaneo: il potere, l’educazione e la paternità. Tre personaggi sicuri, apparentemente inossidabili e tremendamente certi che loro non possono sbagliare mai e se lo fanno, non è per colpa loro. Il Fuck Me(n) non si nasconde, anzi si mostra, tutti i giorni nella nostra quotidianità occupa il SUO spazio: è un politico con le “palle” sotto, un carabiniere che adotta comportamenti al di fuori delle regole e se ne fa un vanto, un branco che individua due ragazze come oggetto di divertimento serale. il Fuck Me(n) è multiforme: dietro alla figura forte e possente, si nasconde tutta la fragilità di un mondo che va in frantumi al primo alito di vento: una pandemia spezza i politici e il machismo retorico, la rissa che va storta e “ci scappa il morto”, quando qualcuno confessa le malefatte e scattano le indagini della magistratura, il mondo del Fuck Me(n) va in pezzi e il “vero uomo” si rivela per quello che è: il Niente.
Dice Liv Ferracchiati: "Quando Emanuele Cerrami ha proposto questi tre monologhi mi è subito sembrato evidente che c’era la possibilità di insinuarsi nella gabbiasesso-genere e nelle sue connessioni col Potere, declinato in diverse forme. I tre testi hanno in comune il racconto di come, inconsapevolmente, può avvenire un certo apprendistato all’essere uomini, nel senso del ruolo di genere. I personaggi appaiono a prima lettura tre mostri, disperati, senza luci. Leggendo tra le righe però si può intravedere il percorso che li ha portati ad essere quel che sono, la storia di ognuno, emerge per contrasto. I carnefici, ingiustificabili in ogni caso, sono stati a loro volta vittime di un sistema culturale tramandato di padre in figlio. Bisogna che nascano nuovi padri e nuovi figli, che si interrompa la trasmissione di certi falsi saperi, occorre una liberazione, anche se dolorosa. Spogliarsi da certi orpelli del maschile e del femminile, quegli orpelli che ci rendono mostri, perché ci stereotipano e ci limitano. Bisogna spogliarsi delle maschere, scavare fino ad arrivare a noi, almeno tendere alla ricerca dell'autentico."
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