← Indietro
immagine-grande

Il Sogno di Morfeo

Teatro In Fabula

Genere Prosa
Cachet:Informazione riservata agli Organizzatori
Modifica Tag

Regia: Antonio Piccolo

Drammaturgia: Antonio Piccolo

Attori: Mario Autore, Antonia Cerullo, Melissa Di Genova, Antonio Piccolo, Emilio Vacca

Altri crediti: scene: Luciano Di Rosa e Luca Serafino costumi: Federica Del Gaudio musiche: Mario Autore aiuto regia: Marco Di Prima voci registrate: Gianluca Bonagura, Giuseppe Cerrone, Marco Di Prima, Sara Missaglia sarta: Laura Giansante foto di scena: Tiziana Mastropasqua grafica: Riccardo Teo

Parolechiave: prosa, circo, dramma, commedia, sogno

Produzione: Teatro In Fabula

Anno di produzione: 2021

Genere: Prosa

SINOSSI
All’Eremo dei Sogni il dio Morfeo, sua sorella Notturno e l’assistente Artemidoro di Daldi sono alle solite prese con l’invio dei sogni ai mortali. Una procedura particolare, che mescola la loro fantasia divina con le immagini e le percezioni immagazzinate dagli stessi sognatori in stato di veglia, nella loro vita cognitiva. Ecco il primo problema: ormai non si possono creare altro che incubi, e dei più grigi e mediocri, perché l’attuale vita cognitiva degli uomini altro non permette. Il dio Morfeo, asso dell’immaginazione, non ne può più: l’immaginario degli umani si è inaridito a tal punto che i sogni che si creano sono dei più noiosi e terribili. Anche se una sognatrice che ancora dà soddisfazione c’è: si chiama Alice e non solo fa dei bellissimi sogni, ma è capace di controllarli e divertirsi ad inventare, anche mentre li fa. Il suo ultimo sogno però sta durando più del dovuto, sembra non finire mai... Dopo una ricerca, Morfeo, Notturno e Artemidoro scoprono la verità: Alice non sta dormendo. Alice è in coma! Si mettono in testa di provare a svegliarla e salvarla. Ma le loro forze da sole non bastano. Si recano a Bubastis, nell’antico Egitto, nell’antro di Bastet, Dea del Sonno: una strana creatura, enorme, metà gatta e metà umana, che parla un linguaggio criptico da indovina. È solo la prima tappa del loro viaggio nel tempo, nello spazio e nel sogno, per salvare gli uomini e ricordare loro di sognare, e di comunicare con i propri sogni.

NOTE DI REGIA
Sappiamo quasi tutto dei sogni ma, nella vita di tutti i giorni, trascuriamo di riflettere su una verità: trascorriamo almeno un quarto dell’esistenza sognando, con le stesse percezioni della veglia, forgiando una parte fondamentale della nostra identità. Qui, dunque, si ribalta una regola spesso applicata in teatro: non è la “vita vera” a stare in scena, ma la vita interiore. Abbiamo in scena l’Eremo dei Sogni e, dunque, il mondo del sonno; fuori scena, il mondo della veglia. È “la vita ad occhi chiusi” ad esser protagonista: un luogo che “pare un circo, una navicella spaziale, lo studio di un alchimista e la cucina di uno chef”, nonostante sia capitanato da Morfeo, un dio dell’antichità. Ma il mito qui rinasce dialogando col Presente. Gli dei-clown armeggiano con macchine bizzarre e dialoghi acrobatici, col fine ultimo di ritrovare senso nell’Oggi. Non ci sono steccati di genere e non ci sono delimitazioni ferree nella scelta del pubblico a cui ci si rivolge: c’è la commedia, la tragedia, il realismo, la fantascienza, il paradoss, addirittura accenni di musical; e c’è una storia che, partendo da invenzioni fantasiose, arriva ad Alice, personaggio a cavallo tra la fiaba e il contemporaneo. È il Vivere stesso a farsi protagonista dello spettacolo, tanto nella sua gioia quanto nel suo male: un dilemma che riguarda tutti, i giovani come gli anziani, e non può avere recinti linguistici. Nessuno, del resto, ha mai preteso dai sogni di stare stretti in contorni troppo netti.

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

    Non è stata caricata nessuna recensione

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

Acquista opera