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Che si trovino male

Tedacà
Regia: Francesca Cassottana
Drammaturgia: Giulia Angeloni
Attori: Giulia Angeloni Simone Arlorio (musicista)
Anno: 2021


Generi: Teatroragazzi (10-14), Prosa

Tags: scuola, Roma, integrazione, emarginazione, musica

Che si trovino male è uno spettacolo dalla drammaturgia inedita che indaga le tematiche dell’educazione e della scuola. Qualsiasi proposta pedagogica porta con sé un’idea di cittadino futuro, quindi una visione del mondo. Parlare di educazione apre a una riflessione su come immaginiamo il futuro e su come finora è stato immaginato per noi. È un lavoro che mescola la dimensione del racconto orale al visual design, a un intenso lavoro sinestetico nel rapporto tra performance narrativa e musicale, in un unicum che consente la fruizione del racconto in modo semplice, leggero e innovativo.
Sinossi: Roma anni ’60. Lara è una giovane maestra appena arrivata dalla Sardegna che si ritrova a insegnare in una classe di borgata. Nel villaggio di baracche, dove va a cercare le bambine che non si presentano in classe, Lara scopre un’umanità di immigrati, prostitute, travestiti. Lì conosce Esterina che ha 11 anni e dice di avere un fratello sassofonista anche se nessuno le crede, oppure Ortensia che ha una sorella zoppa ma bellissima che canta nelle osterie e si dice faccia sparire la gente. Con loro Lara si trova a sperimentare un nuovo modo di fare scuola in cui lo scambio e l’apprendimento sono reciproci, in cui ognuno impara a trovare le parole per dare forma al proprio pensiero e attraverso cui le alunne, dal sentirsi gli scarti di una scuola e di una società che le rifiuta, intraprendono un percorso verso la consapevolezza e la dignità.
Obiettivo del testo è parlare alla comunità. Ognuno di noi ha vissuto il periodo della scuola come uno dei più importanti, così confuso e mutevole. Che si trovino male cerca di portare all’attenzione e di parlare a una fascia d’età che tutti abbiamo vissuto e possiamo riconoscere, ma offre anche la possibilità di un nuovo punto di vista: una maestra. Seguirne il percorso significa compiere un atto di fiducia, vedere cosa comporti lottare per degli ideali, contro un sistema soffocante, ma anche come davanti a tutto questo si possa perdere. Lo spettacolo vuole essere un elogio al coraggio: in un’epoca in cui le nuove generazioni rischiano di rimanere schiacciate, questi personaggi aprono nuove prospettive di reazione, per infondere speranza nello spettatore. Il sapore di questa storia evoca un immaginario antico di credenze popolari e destinatari lontani, ma è colmo di attualità e rifermenti al contemporaneo.
Il racconto è un monologo in forma epistolare, in cui si intrecciano le narrazioni dei due personaggi: Esterina, bambina degli anni ‘60, e Lara, la giovane maestra. Il loro ambiente di ricordi evoca ulteriori presenze: una sonora e accompagnatrice, che dà vita a personaggi terzi della narrazione, traghetta l’attrice di lettera in lettera modellando lo spazio e amplificandone gli stati d’animo; l’altra visuale, attraverso un rozzo marchingegno su ruote in grado di rappresentare luoghi lontanissimi e il gioco di immaginari creato mediante le illustrazioni videoproiettate, che spaziano in innumerevoli stili e tecniche.

Altri crediti: Con il sostegno di Periferie artistiche - centro di residenza delle regione Lazio e Proxima Res

Musiche Simone Arlorio

Visual design Kamilla Lucarelli

Set e light design Plasma

Costumi Alice Delfino

Produzione: Tedacà / I Franchi

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Tedacà nasce nel 2002 come luogo di espressione e racconto dell’umano, di promozione del linguaggio performativo come forma di conoscenza di se stessi e del tempo presente, impegnandosi principalmente nella produzione artistica e nella conduzione di laboratori performativi.
Tedacà è composta da tre distinte compagnie (teatrale, coreutica e musicale) che lavorano in maniera indipendente e si contaminano in percorsi di sperimentazione linguistica, inserendosi negli ultimi anni nel circuito professionistico e vincendo molteplici premi su scala nazionale.
Tra le principali produzioni si citano: "Sotto lo sguardo delle mosche" (debuttato al Teatro stabile di Torino / Teatro Nazionale) e "il Sentiero dei passi pericolosi", entrambi dell'autore canadese Michel Marc Boucherd; "Alice, per adesso" di Sylvain Levey", che narra dell'adolescenza di una rifugiata politica cilena; Stavolta e mai più" e "Carillon", due monologhi sul tema del desiderio e dei limiti; “Donne” (precedentemente intitolato “D - ovvero la figura della donna nell'Italia del '900”), spettacolo pluripremiato e con oltre 100 repliche all'attivo; “Strani-ieri”, in collaborazione col Teatro Stabile di Torino; “Pari&Dis-pari”, spettacolo diretto da Irene Zagrebelsky per Biennale Democrazia; “Street Striit”, favola coreutica. Inoltre dal 2006 Tedacà organizza e gestisce la stagione teatrale presso il centro bellARTE di Torino, stagione ora organizzata da Fertili Terreni Teatro, progetto di diffusione e promozione del teatro contemporaneo e della nuova drammaturgia a Torino. Fertili Terreni è composta da quattro compagnie (Tedacà, ACTI Teatri Indipendenti, Cubo Teatro, Il Mulino di Amleto) e diffuso sui tre teatri torinesi gestiti direttamente dalla compagnie (Bellarte, San Pietro in Vincoli, Cubo Teatro).
Tedacà è una compagnia di produzione riconosciuta dalla Regione Piemonte dal 2009 e da Funder35 tra le giovani imprese culturali rilevanti del territorio nazionale.
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