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NITROPOLAROID

Crack24

Genere Prosa
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Regia: Riccardo Lai, Lorenzo De Iacovo

Drammaturgia: Riccardo Lai

Attori: Elia Tapognani, Sara Drago, Agnese Mercati, Riccardo Lai

Altri crediti: Assistenti alla drammaturgia: Lorenzo De Iacovo, Giovanni Ibba Scenografia: Giacomo Andrico Luci: Andrea Mazzanti

Parolechiave: Radici, famiglia, morte, terra, rito

Produzione: Crack24 con il sostegno di Sardegna Teatro, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Società per Attori, Accademia Perduta

Anno di produzione: 2021

Genere: Prosa

DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Nitropolaroid è nato come progetto autobiografico, dove vengono raccontate le vicende di Sebastiano, il personaggio principale, attorno al quale gravitano altri personaggi, reali e immaginari. Inizialmente, l’esigenza di creare questo lavoro è nata dalla necessità di raccontare lo spaccato di una piccola società familiare, mediante personaggi al limite del grottesco e attraverso una poetica capace di narrare le sfaccettature individuali dei personaggi che si muovono nella storia.

Ero un ragazzo, avevo 14 anni e lavoravo nelle serre di mio zio Francolino. Lui mi raccontava barzellette come quella dell'asino e del leone. Nel silenzio e con il forcone in mano, sognavo di fare l'attore. L’altro zio, il Brujo, mi mischiava tra galline, api, cinghiali e uccelli, magie e miele. Era romantico più di ogni altra cosa. Ci si divertiva un sacco, ma si cresce e tutte queste cose svaniscono come un sogno bello che sfuma al risveglio la mattina. Avevo preso parte fin da piccolo alla confraternita di Santa Barbara, pregavo la Madonna nei miei giorni di solitudine, che arrivava sempre: prima a ricordare di mio nonno, ripetere i versi della Spendula, la cascata di Villacidro (mio paese natio) e i rumori d'acqua che scorre, un battesimo con il riso e i soldi, fino a fare l'amore con quella Madonna. Tutte le processioni in onore dei santi, i funerali. La Sardegna, le famiglie dei miei genitori che hanno segnato per sempre il mio destino. E poi l'arrivo del teatro come mezzo per rivivere tutte queste storie e risolverle. Giocare con loro.

Le mie radici si formano in una terra in cui il tempo è fermo e nelle cui campagne sono stato cullato. I suoi riti, lingua, intimità e freddezza, mi hanno nutrito e cresciuto. Una terra piena di magia, ritualità, figure ancestrali, che mantengono la loro purezza anche mescolandosi con il cambiamento dei tempi e la necessità dei suoi abitanti di non mantenersi isolati. Una terra che ho amato e odiato. Amato, perché ogni volta che ci torno mi accoglie come figlio. Odiato, perché fa sentire il peso dell’abbandono.

Nitropolaroid parla di un mondo spirituale e di un mondo terreno, della fede e della sua perdita, di famiglia, di incomunicabilità, di disperazione e purificazione, di morte e redenzione.
Nitropolaroid si connette con quella parte di me che crede ancora alla magia, parla di un mondo che non esiste più, un non-luogo rurale, onirico e fuori dal tempo, meraviglioso e perduto, allucinato e inquietante.
Nitropolaroid è un sogno lucido che ogni sera può uscire dalla porta della cameretta, perché ogni sera si rinnova, nasce e viene consumato dal nulla.

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

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