Regia: Carola Minincleri Colussi
Drammaturgia: Carola Minincleri Colussi
Attori: Alice Marchiori e Veronica Di Bussolo (versione femminile) Pietro Zotti e Anatolij Tegon (versione maschile)
Altri crediti: Coreografie Elena Friso Aiuto regia Anna Novello e Innocenzo Capriuoli
Parolechiave: cuore, vocazione, identità, omologazione, unicità
Produzione: FZU35/Farmacia Zooè
Anno di produzione: 2021
Genere: Performance
La sentiamo, la voce del cuore? Riconosciamo la sua chiamata, o vocazione?
Come si manifestano i bisogni inascoltati, i valori traditi, i desideri taciuti?
Retaggi, credenze, divieti, paure, abitudini, memorie, ferite e cicatrici ci costringono a divenire sordi alla nostra voce interiore, e ammutoliti, educati come siamo ad autoprivarci della libertà di esprimere noi stessi, le nostre attitudini e qualità più autentiche.
Ma possiamo davvero seppellire le nostre verità sotto cumuli di maschere, abiti e autodefinizioni, alimento favorito di una società omologante, terrorizzata dalla conoscenza di sé?
Quanto ci costa questa manipolazione? E quanto costerebbe invece rischiare di ascoltare ed esprimere le nostre emozioni, le urgenze, i sogni, così che come guide ci conducano a rintracciare la nostra differenza, la nota unica, a dare voce alla nostra vera voce, quella che viene prima di ogni distorsione, il suono primordiale, per lasciarlo risuonare nel mondo come un canto di speranza e di riconciliazione?
L'autrice ha chiesto a quattro debuttanti, rispettivamente due giovani attori e due giovani attrici, di scoprire attraverso i propri corpi la loro personale risposta a queste domande, mettendo in scena un medesimo copione, al maschile e al femminile, in cui i personaggi, dopo inutili tentativi di omologazione, si ritrovano testimoni di fronte a se stessi, costretti a fare i conti con desideri e privazioni, e ad attraversare tante situazioni, emerse nella drammaturgia grazie a una ricerca sui Disturbi del Comportamento Alimentare – DCA.
Ed ecco manifestarsi sulla scena la ricerca di un'identità ideale e perfetta, la relazione tra tirannia e libertà, il disagio con il proprio aspetto fisico, l'incomunicabilità mente-corpo, in una dialettica sadomasochistica che c'incastra in una lotta feroce dove diveniamo vittima e carnefice di noi stessi, pur di evitare l'umana fragilità espressa dalla nostra voce più vera, il battito del cuore.
Note di regia
Lo spettacolo è completamente muto. L'intuizione, nata dal confronto con persone che del disturbo alimentare hanno sofferto, è stata di delegare unicamente al linguaggio non verbale la potenza espressiva delle nostre “voci interiori”, lasciando parlare il corpo, così come accade nelle esperienze di anoressia, bulimia, b.e.d./binge eating disorder e altri DCA.
Carola Minincleri Colussi
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