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Prede - Provocazioni dalle Supplici di Eschilo

Doppeltraum Teatro

Genere Teatroragazzi (15-18) Prosa
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Regia: Regia collettiva

Drammaturgia: Leonard Mazzone

Attori: Chiara Bosco Federico Palumeri Leonard Mazzone

Altri crediti: Live camera Federico Frascherelli Luci Roberto Carena

Parolechiave: immigrazione, teatroconferenza, tragediagreca, classici

Produzione: Doppeltraum Teatro in collaborazione con Unione Culturale Franco Antonicelli

Anno di produzione: 2019

Genere: Teatroragazzi (15-18) Prosa

In questi giorni di porti chiusi, di parole e gesti che aggiungono insulti alle ferite sulla carne viva di
esseri umani in fuga dai loro paesi e di rimozioni politicamente accomodanti dei vecchi e nuovi
convertiti alla soluzione dell’“aiutiamoli a casa loro”, abbiamo fatto una scelta: alla solita
confutazione di certe narrazioni abbiamo preferito il racconto di un’altra storia, possibilmente più
credibile.
Prede racconta una storia vera, che si alimenta di una storia finta (ma non per questo falsa) che
continua a parlare alla storia reale dei nostri giorni, pur essendo stata scritta e rappresentata 2500
anni fa. È il racconto di un insegnante precario trovatosi alle prese con le classi di un liceo che
chiedevano di affrontare una delle sfide cruciali del nostro tempo: la domanda di asilo di migliaia di
esseri umani in fuga dalla loro terra di origine e la diffusa percezione di insicurezza di chi è
chiamato a dare una risposta alle loro richieste di accoglienza e protezione. Quando gli studenti
accettano di trasformarsi nei personaggi di una tragedia scritta e rappresentata nell’Atene di Pericle
nel V secolo a. C., la classe diventa un teatro: inizia così un viaggio a ritroso nel tempo che scalfirà
pregiudizi sedimentati e illusioni rassicuranti, compresa quella secondo cui le Supplici di Eschilo
racconterebbero la tragedia di chi fugge anziché l’ipocrita farsa di chi rifiuta l’accoglienza in nome
dei diritti di chi è già cittadino.
Eppure, il testo di Eschilo racconta la possibilità concreta di un’“altra storia”: è qui che
affondano le radici stesse della parola composta “democrazia” e la sostanza del suo
significato originario, quanto mai lontano dalle sue recenti torsioni nazionalistiche. Le
domande aperte da un testo scritto e rappresentato 2500 anni fa supereranno le risposte
certe e risolutive, grazie anche e soprattutto alle immagini del presente che scandiranno la
sua lettura, facendolo dialogare con le contraddizioni insolute dell’attualità: del resto, come
ha scritto Elias Canetti: “sono molte le immagini di cui abbiamo bisogno, se vogliamo una
vita nostra, e se le troviamo presto, non troppo di noi andrà perduto”.

Lo spettacolo
Prede è frutto di un incontro singolare tra un docente precario, due attori e un videomaker. Lo spettacolo si compone di tre livelli di narrazione: il racconto della genesi dell’idea e della riflessione sull’oggi frutto di un dialogo del docente con i ragazzi adolescenti; la tragedia di Eschilo, le Supplici, recitata dagli attori; un film dal vivo, proiettato alle spalle degli attori che muovono oggetti creando immagini e sottolineando concetti, amplificati dal mezzo visuale.
Una contaminazione di generi che accompagna lo spettatore alle radici della riflessione sul diritto d’asilo, sulle masse in fuga, sull’Europa che accoglie e al contempo respinge.

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