← Indietro
immagine-grande

SINDROME ITALIA. O delle vite sospese

Tiziana Francesca Vaccaro

Genere Prosa
Cachet:Informazione riservata agli Organizzatori
Modifica Tag

Regia: Tiziana Francesca Vaccaro

Drammaturgia: Tiziana Francesca Vaccaro

Attori: Tiziana Francesca Vaccaro

Altri crediti: musiche originali Andrea Balsamo | visual concept e luci Eleonora Diana | illustrazione Elena Mistrello in collaborazione con Qui e Ora Residenza Teatrale | con il sostegno di Officine Papage, Trac-Centro di Residenza Pugliese / Bottega degli Apocrifi-Manfredonia, r-Esistenze (RC) / DRACMA teatro un particolare ringraziamento a La Corte Ospitale, Sciara Progetti, Adri – Associazione Donne Romene in Italia / Silvia Dumitrache, Vasilca Baciu, Elsa Bossi, Silvia Baldini, Giovanni Tuzza.

Parolechiave: badanti, migrazione, ritorno, malattia, identità

Produzione:

Anno di produzione: 2021

Genere: Prosa

“Sindrome Italia” è il termine medico usato per indicare l’insieme di malattie invalidanti che colpisce le donne dell’Est che condividono una storia precisa: gli anni vissuti come migranti in Italia, lavorando come colf e assistenti familiari, lontane dalle loro famiglie e dai loro figli. Cosa succede a queste donne dopo? Quando ritornano nel loro paese? Che cosa ne è del loro futuro? È realmente come se lo sono immaginato?

In scena una donna, Vasilica, il racconto della sua partenza per l’Italia e soprattutto del ritorno in Romania, dopo dieci anni, richiamata a casa dai figli ormai diventati adulti, il senso di spaesamento in un luogo irriconoscibile, senza più amici e senza più un ruolo, quello di madre, moglie e donna, abdicati nelle stanze di sconosciuti di cui prendersi cura in un paese straniero. Sola, in quella terra, si è presa cura di persone straniere, estranee, così come lei è ora estranea a se stessa, estirpata alla radice. Dall'Italia alla Romania, passando per Palermo e Milano, “ Sindrome Italia. O delle vite sospese ” racconta l’esplosione della malattia, di una vita sospesa fra un passato di ricordi sbiaditi e un futuro solo immaginato, in un presente vissuto come “ qualcosa che permette qualcos’altro” . È il racconto di un ritorno, delle cicatrici della migrazione, di una femminilità in lotta. È la storia di una e insieme moltissime donne, le nostre “badanti”.

Informazione riservata agli Organizzatori

Informazione riservata agli Organizzatori

Acquista opera