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WOLFSZEIT - IL TEMPO DEI LUPI

Compagnia Piccolo Canto

Genere Prosa
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Regia: GIANLUIGI GHERZI

Drammaturgia: GIANLUIGI GHERZI, SWEWA SCHNEIDER

Attori: SWEWA SCHNEIDER

Altri crediti: collaborazione ARCHIVIO STORICO LUDWIGHSAFEN, DOTT: SIMONE GUIDORZI MUSEO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE DEL FIUME PO

Parolechiave: PADRE-FIGLIO, GIOVENTU' HITLERIANA, MEMORIA, STORIA

Produzione: COMPAGNIA PICCOLO CANTO

Anno di produzione: 2021

Genere: Prosa

Una donna del cui padre non si sa nulla. Non si sa il passato vero. Una scatola di cui non si capiscono i
reperti, le foto, le lettere, i ritagli di giornali. Un’ossessione per la figura di Marlene Dietrich. E il continuo ritorno
di una canzone;” Lili Marlene”.
Lo spettacolo, pone in scena la ricerca da parte di una figlia della biografia concreta di un padre che da
giovanissimo ha combattuto con l’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale, ma che per tutto il resto
della vita ha riservato un rigoroso silenzio sulla sua adolescenza.
Il tempo dei lupi è composto da verità assolute e dal bisogno di aderire a un mito condiviso. Un giovane
tedesco che dal sogno ben presto precipita nella voragine del totalitarismo, della guerra e della sconfitta.
Il tempo dei lupi.
La storia individuale si intreccia continuamente con quella di tutta una generazione travolta dalla dittatura e
con la figura di Marlene Dietrich. Chi era Marlene Dietrich? Icona di bellezza, ma anche emblema utopico di
pace e di composizione a cui tornare. Una figura tedesca che senza timore si schiera contro il regime nazista,
e che in Germania, in una Berlino ridotta in macerie, torna in uniforme americana.
Anche il giovane tedesco, dopo un’adolescenza nutrita dall’ideologia hitleriana, rientra in patria, ma sconfitto.
La sua scelta è il silenzio. Solo una canzone, “Lili Marlene”, rievoca quei tempi, aleggia la figura amata e
odiata di Marlene Dietrich.
Il tempo dei lupi.
Come si ricostruisce un’identità il soldato tedesco dopo che ha perso tutto? Che eredità lascia ai propri figli la
sua storia? La figlia si interroga sulla solitudine di chi è tornato: come si continua a vivere dopo aver perso
ogni riferimento collettivo? Da una generazione all’altra rimane una scheggia non indagata, qualche tentativo
di ritornare al sogno perduto. I pezzi si ricompongono ma resta il mistero. I frammenti di una storia familiare si
trasformano in un’indagine sulla memoria collettiva.

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