Regia: Alessandro Di Murro
Drammaturgia: Anton Giulio Calenda
Attori: Laura Pannia Alessio Esposito Eleonora Notaro Maria Lomurno Jacopo Cinque
Altri crediti: musiche originali di Enea Chisci scene e costumi Laura Giannisi aiuto regia Tommaso Cardelli assistente alla regia Jessica Miceli vocal coach Pamela Massi direttore di produzione Pino Le Pera luci di Matteo Ziglio grafica Studio Turandò compagnia Gruppo della Creta produzione Fattore K.
Parolechiave: B'oh, specchi, follia, marcello mariedo, la nana
Produzione: Fattore K in collaborazione con Gruppo della Creta e TetroBasilica
Anno di produzione: 2020
Genere: Prosa
Una Giovane Donna, rinchiusa in un centro di recupero per malate psichiatriche, viene dimessa per essere reinserita nella società. Sostenuta da un gruppo di femministe capeggiate dal personaggio della Nana, ha il compito di attentare alla vita del Ministro dell’Interno, Flavio Mazzoni, personaggio politico di estrema destra e responsabile della sua reclusione nel manicomio.
La trama principale si intreccia con altre storie di universi lontani: un giovane che segue il suo maestro attraverso un deserto senza confini, due intellettuali che speculano sul futuro dell’arte mentre oziano in un aereoporto postmoderno e tre divinità annoiate che giocano con il destino dell’umanità.
Ogni percorso narrativo conduce ad una sola conclusione: la nuova alba è alle porte e con essa la speranza di un cambiamento.
Note del drammaturgo
Il mio testo, “D.N.A., Dopo la Nuova Alba” tratta di una vicenda che esplora la dilatazione dello spazio e del tempo causata dalle infinite possibilità che l'euforico processo di globalizzazione degli ultimi quarant'anni ci ha offerto. Ecco allora che all'interno della mia storia nascono le voci di una “Giovane Donna”, internata cinque anni prima in un asettico e soffocante riformatorio riservato a sole donne, ora prossima alle dimissioni e pronta a vendicarsi dei soprusi subiti da lei e dalle sue compagne; e della sua amica e compagna sororale, “la Nana”, un personaggio misterioso e assai tenero che parla solo attraverso versi di poesia. Ecco che a un importante ministro della Repubblica Italiana in grave crisi esistenziale si presenta la possibilità di un cambiamento radicale. Ecco allora che si avverte l'esigenza di corredare la vicenda con una semplice fiaba che si intrecci con il filo degli avvenimenti: due uomini, uno giovane e uno anziano, affrontano faticosamente le asperità di uno sconfinato deserto. Essi sono alla ricerca di qualcosa di indefinito, che sapranno essere trovato solo quando, tautologicamente, l'avranno trovato. Perciò continuano a inoltrarsi nel loro cammino. Oltre a restituire allo spettatore il profondo e già noto simbolismo del deserto e del pellegrinaggio, i due personaggi, come tutti gli altri, attendono con trepidazione l'arrivo di una Nuova Alba: “una cesura fondamentale, che separerà per sempre un mondo obsoleto da uno nuovo, luminoso e giusto” dirà un giocatore di carte dalle sembianze divine verso l'approssimarsi della fine del racconto. Ed è proprio questo ciò che voglio significare con questa strana storia: l'auspicio di sovvertire al più presto un'eredità millenaria, un pesante DNA, in un nuovo mondo cui assisteremo solo Dopo che avremo avuto il coraggio di annunciare una Nuova Alba.
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