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Sconcerto per i diritti

ErosAntEros

Genere Prosa Performance
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Regia: Davide Sacco

Drammaturgia: Agata Tomsic

Attori: Silvia Pasello e Agata Tomsic

Altri crediti: ideazione e spazio Davide Sacco e Agata Tomsic / ErosAntEros con Silvia Pasello e Agata Tomsic drammaturgia Agata Tomsic regia, disegno musicale, luci e video Davide Sacco disegni Gianluca Costantini costumi Laura Dondoli consulenza per i dispositivi sonori Tempo Reale direzione tecnica e consulenza luci Loris Giancola leggio Stefano Franzoni sartoria Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse produzione ErosAntEros - POLIS Teatro Festival in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana in residenza presso Teatro Studio Scandicci, Teatro Era Pontedera, Tempo Reale Firenze con il sostegno di Comune di Ravenna e Regione Emilia-Romagna con il patrocinio di Amnesty International – Italia grazie a Pietro Valenti, Marco De Marinis, Andrea Maestri, Gabriela Jacomella, Alessandro Santoro e la comunità de Le Piagge, Miriam e le ragazze di Libera Scandicci, il comitato del Viale dell’Umanità e dei Diritti Umani di Scandicci, Paolo Baldassini, Lorenzo Gheri, Dino Lorimer e a tutte le persone che hanno nutrito il percorso di ideazione dello spettacolo debutto 18-20 ottobre 2019, Teatro Studio, Scandicci (FI) progetto vincitore del bando di residenze del Teatro della Toscana al Teatro Studio di Scandicci

Parolechiave: diritti umani, concerto, teatro, migrazioni, uguaglianza

Produzione: ErosAntEros - POLIS Teatro Festival

Anno di produzione: 2019

Genere: Prosa Performance

Articolo 1. La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata.

Due attrici, Silvia Pasello e Agata Tomsic, danno voce agli articoli della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Incarnano due figure provenienti da un altro mondo, forse dal futuro, che si interrogano su concetti chiave quali Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia, verificandone l’effettivo rispetto nel nostro tempo.
Dialogano con lastre d’acciaio, navicelle spaziali o porte di passaggio tra la loro e la nostra dimensione; due lamiere, che, percosse dalle attrici e rielaborate dal live electronics di Davide Sacco, si fanno strumenti musicali all’interno di un’ambientazione sonora da cui emergono le note della Nona Sinfonia di Beethoven. In tal modo, i suoni metallici, che richiamano al mondo delle miniere e delle acciaierie su cui si fondava l’economia dell’Unione europea ai suoi albori – quando ancora si chiamava Comunità europea del carbone e dell’acciaio – arrivano a fondersi con il famoso tema finale dell’Inno alla gioia, rappresentazione in musica dell’uguaglianza e fratellanza tra i popoli, la cui versione strumentale è eletta a Inno europeo nel 1972.

Che cos’è un diritto? Come viene tutelato? In che modo l’individuo entra in relazione con i limiti giuridici e politici con cui è organizzata la nostra società?

Queste alcune delle domande che risuonano all’interno di una drammaturgia plurilinguistica, in cui parola, suono e video giocano a scambiarsi vicendevolmente di ruolo. Altro elemento fondamentale sono infatti i disegni dell’artista-attivista Gianluca Costantini, premio “Arte e diritti umani” Amnesty International Italia 2019, che da anni si fa testimone con le sue opere della mostruosità del nostro presente. Emergono anch’essi dalla superficie delle lastre, assieme a immagini di realtà, per rivelare come i diritti dichiarati dalle nostre democrazie vengano purtroppo ancora disattesi nella pratica.

"Ci siamo accorti dell’esistenza di un diritto ad avere diritti solo quando sono comparsi milioni di individui che lo avevano perso e non potevano riacquistarlo a causa della nuova organizzazione globale del mondo. Questa sventura non derivava dai noti mali della mancanza di civiltà, dell'arretratezza e della tirannide; e non le si poteva porre rimedio perché non c'erano più sulla terra luoghi da 'civilizzare', perché, volere o no, vivevamo ormai realmente in un “unico mondo”. Solo perché l'umanità era completamente organizzata la perdita della patria e dello status politico poteva identificarsi con l'espulsione dall'umanità stessa."
Hanna Arendt

“Al tempo stesso un inno all’idea di pace e convivenza tra i popoli che si respira nelle parole degli articoli, ma anche un atto di denuncia di quanto quelle stesse parole siano disattese nei fatti: nella disumanità dei porti chiusi di fronte alle vite umane, nei disastri ambientali, nelle ingiustizie, nelle morti bianche.”
Alice Capozza, “Paneacquaculture”

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