Regia: Carolina Balucani
Drammaturgia: Carolina Balucani
Attori: Matteo Svolacchia
Altri crediti: SPETTACOLO VINCITORE DI > PREMIO TUTTOTEATRO.COM ALLE ARTI SCENICHE “DANTE CAPPELLETTI” 2017 > PREMIO SPECIALE “PERIODICO ITALIANO MAGAZINE” ROMA FRINGE FESTIVAL 2019 TESTO FINALISTA DI NDN – Network Drammaturgia Nuova collaborazione alla drammaturgia Matteo Svolacchia tutor per la drammaturgia Massimo Sgorbani suono Giacomo Agnifili luci e aiuto regia Emiliano Austeri regia Carolina Balucani scena Allievi della Scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia docenti Marta Crisolini Malatesta e Ottavio Anania Motivazione Primo Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti 2017: "Per l'unione tra una scrittura drammaturgica densa e una partitura attorale estremamente consapevole, in grado di rispondere alla complessità del testo con un processo di incarnazione intimamente legato al senso figurale dell'opera; per la capacità, inoltre, di trasfigurare, attraverso un ricorso all'immaginario religioso popolare, la peggiore di tutte le violenze, e cioè l'abuso di potere che si estremizza fino al tradimento dello Stato, evenienza di ordinaria ingiustizia, che la cronaca continua ad imporre sulla nostra contemporaneità."
Parolechiave:
Produzione:
Anno di produzione: 2019
Genere: Prosa Performance
Un ragazzo di trent’anni viene arrestato in un parco e portato in carcere. In cella immagina di essere Gesù per poter reincontrare la sua mamma. La Madonna, a differenza delle altre mamme, può apparire dove vuole, anche in prigione. Gesù e la madonna si incontrano. Alla fine del gioco Gesù muore.
La nostra storia è ispirata alle vicende di giovani ragazzi morti in carcere ed è dedicata alle loro madri. Nessuna madre dovrà più credere che suo figlio sia caduto dalle scale, sia morto di tremori, emorroidi, sia stato giustiziato perché tossicodipendente o piccolo spacciatore. Il protagonista del monologo è un ragazzo di borgata, che si paragona a Gesù e fantastica di esserlo. Il suo linguaggio è sporco, lontano da un italiano corretto. La figura di Gesù a cui si riferisce il protagonista è mutuata dall’immaginario popolare cattolico delle statuette e dei crocifissi. La religione cattolica, rasentando il feticismo, impone da sempre come valore la sofferenza della madre e quella del figlio. La Madonna è predestinata al pianto e Gesù è inevitabilmente condannato al sacrificio.
Informazione riservata agli Organizzatori
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