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Plubel

Fabritia D'Intino

Genere Danza Performance
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Regia: Fabritia D'Intino e Clèmentine Vanlerberghe

Drammaturgia: /

Attori: Danzatrici: Clémentine Vanlerberghe, Fabritia D’Intino, Céline Lefèvre e Marie Sinnaeve

Altri crediti: Concept e Coreografia: Fabritia D’Intino e Clémentine Vanlerberghe Danzatrici: Clémentine Vanlerberghe, Fabritia D’Intino, Céline Lefèvre e Marie Sinnaeve Assistenza alla coreografia : Katia Petrowick Musica Originale: Federico Scettri Light design: Pierre Staigre e Violaine Burgard Cansulenza drammaturgica : Merel Heering produzione : CATSANDSNAILS / Suzy Gournay co-produzione : Le Gymnase CDCN Roubaix Hauts de France (Francia), La Fabrique de Théâtre (Belgio) Con il supporto di DRAC Hauts de France, Région Hauts de France e ADAMI Si ringrazia: Amélie Poirier and Philippe Guisgand

Parolechiave: Coralità, unisono, insieme, resistenza, corpo femminile, contromodelli

Produzione: Catsandsnails

Anno di produzione: 2019

Genere: Danza Performance

Plubel è un viaggio ipnotico di imitazioni iconiche in cui la coralità e la sorellanza sono lo strumento per portare alla luce ciò che è stato nascosto.
Attingendo a modelli multipli (dalle antiche vestali alle attiviste in marcia passando attraverso le streghe medievali, le cantanti afro-americane e le modelle in passerella) Plubel sovraespone e stratifica l’idea di corpo di ballo creando un sistema di unisono nel quale ogni tentativo di individualità diventa moto di emancipazione e resistenza.

Il lavoro scopre e potenzia il corpo femminile attraverso il concetto di coreografia di gruppo. La formazione nel balletto e nella danza moderna ha portato le autrici ad un confronto con la rappresentazione del corpo secondo i modelli tradizionali. E' proprio durante gli studi che hanno sperimentato le influenze della cultura pop su un corpo perennemente esposto in calzamaglia davanti ad uno specchio. Sono emersi così nuovi riferimenti di rappresentazione del corpo femminile e da questo è derivata la codificazione di un sistema utile a trasportare quelle immagini nelle loro fisicità.
La coreografia di gruppo inoltre, vividamente presente attraverso l'estetica classica e moderna, mette in discussione la nozione di individualità e la relazione con un gruppo. D'Intino e Vanlerberghe cercano un'ipnosi visiva e cinetica attraverso l'uso della coralità e della ripetizione per scoprire la differenza ed elevare l'unicità.

"Ho voluto esplorare il concetto di insieme sia fisico che concettuale. Ricercando lo stato di unisono in un gruppo mi sono chiesta che tipo di risonanza potesse provocare in chi osserva e come questo codice possa aprire domande più ampie sulla comprensione delle dinamiche di gruppo nella nostra società. La formazione in ensamble può essere il contesto perfetto per nascondersi e scomparire come allo stesso tempo l'unico modo per emergere nella rivolta dell'emancipazione e degli atti di resistenza. Compiacendo l'occhio con armonia compositiva, mi chiedo come possa un sistema coreografico distorcersi nel tentativo di risvegliare la consapevolezza di uno stato comune "
Fabritia D'Intino

“Noi quattro abbiamo trascorso la maggior parte della nostra adolescenza in un body, mostrando alcune parti del nostro corpo mentre altre parti dovevano rimanere nascoste. Donne senza seno, un corpo asessualizzato. Danzavamo "insieme", facendo del nostro meglio per raggiungere la perfezione.
In una coreografia di gruppo, come emerge un solo? Cosa rende uno di noi un individuo e non solo una parte del gruppo? Dove ci porta la nozione di "corpo di ballo"? Crescere in questo ambiente ci ha rese entrambe affascinate dai "contromodelli" derivati ​​dalla cultura pop, lontano da questi corpi non sessuali a cui eravamo abituati nel balletto. "
Clémentine Vanlerberghe

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