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L'eco della falena

Cantiere Artaud

Genere Prosa Figura
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Regia: Ciro Gallorano

Drammaturgia: Ciro Gallorano

Attori: Con Davide Arena, Sara Bonci

Altri crediti: Primo capitolo della “Trilogia della memoria” Disegno luci Federico Calzini, Ciro Gallorano Produzione Cantiere Artaud Residenze artistiche Teatro Comunale di Bucine/Diesis Teatrango; Teatro Verdi di Monte San Savino/Officine della Cultura; MiBACT - Regione Umbria - CURA - Centro Teatrale Umbro Con il sostegno della Regione Toscana - Settore Spettacolo; del MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” Foto di scena Valentina Gnassi Vincitore Bando Opera Prima 2020 Finalista Direction Under 30 2020 Selezione In-Box 2020 e 2021 Finalista CrashTest Teatro Festival 2021 Selezione “Differenti Sensazioni 2021/2022” International Performing Art Season XXXIV Edizione

Parolechiave: Virginia Woolf, Tempo, Memoria, Morte

Produzione: Cantiere Artaud

Anno di produzione: 2020

Genere: Prosa Figura

"L'eco della falena" è una ricerca sul tempo come ricordo, memoria felice dell'infanzia, memoria traumatica, che si fa assenza e mancanza, un tempo che scorre e porta via le persone care, che cura e invecchia il corpo, che trasforma le azioni in abitudine, un tempo che vorremmo possedere con violenza, gestire, ma che scivola dalle mani e si fa spesso paura del futuro in quanto ignoto. Anime in attesa, ispirate alla vita e alle opere di Virginia Woolf, si materializzano in scena svelandoci la loro melanconica natura.
Nei suoi testi la scrittrice britannica entra spesso in conflitto con l'entità tempo e si confronta con questo elemento meschino che deteriora i suoi personaggi dal punto di vista emotivo e fisico. In "Gita al faro" il tempo agisce in maniera inesorabile, morte e consunzione di uomini e oggetti fanno da sfondo al desiderio di raggiungere il faro visto come elemento di luce, di salvezza, di verità. Il tempo nelle opere della Woolf è anche inteso come estensione dell'attimo, in "Mrs Dalloway" viene descritto tutto d'un fiato un solo giorno. L'autrice riesce anche a prendersi gioco del tempo e a trattarlo con ironia in "Orlando", in cui un solo personaggio attraversa i secoli e più vite. Infine, l'autrice scrive un romanzo in cui il protagonista assoluto è il tempo, "Le onde", che ripercorre le storie di sei personaggi amici dall'infanzia nell’arco di tutta la loro vita.
Nonostante i riferimenti letterari, non ci sono personaggi né storia, ma figure e un luogo. Una donna ci guida nei meandri della sua camera, che sta a rappresentare il suo mondo interiore. Sul fondo della stanza ci sono due grandi porte chiuse, che rappresentano il futuro, uno spazio-tempo sospeso che ci invita a immaginare che cosa ci sia oltre. La donna è incapace di aprirle, forse per paura di ciò che non conosce, ma le porte si apriranno per portare alla luce la memoria. In scena ci sono pietre, strumento di punizione ma anche simbolo della costruzione, e acqua, sorgente di vita ma anche elemento di morte (Virginia Woolf si è suicidata annegandosi nel fiume Ouse) che con il tempo corrode e arrugginisce gli oggetti. L’obiettivo è evocare un clima, far identificare lo spettatore in un gesto, una parola, una musica o un rumore.

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

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