Regia: Ilaria Di Luca e Andrea Gambuzza
Drammaturgia: Andrea Gambuzza
Attori: Cristina Florio, Federico Raffaelli
Altri crediti: assistente alla regia: Marianna Marzi illustrazioni: Fabio Leonardi scenotecnica: Gabriele Buonuomo consulenze musicali: Carlo Bosco luci e suoni: Alessio Tanchis costumi: Desirée Costanzo attrezzeria: Rachele Voliani foto di scena: Paolo Signorini
Parolechiave: Dislessia, pop up
Produzione: Compagnia Orto degli Ananassi
Anno di produzione: 2019
Genere: Teatroragazzi (8-99) Figura
Una madre, Mirtilla, alle prese con un imminente sfratto. Suo figlio, Martino, ormai da qualche tempo lontano da casa per studi, torna da lei e nei luoghi della sua fanciullezza per aiutarla a gestire la difficile situazione. Rivedere la casa natale, come la ritrovata vicinanza con la madre, porteranno Martino a ripercorrere con l’immaginazione le tappe della propria infanzia complicata, quando, bambino apparentemente turbolento, pasticcione e si sarebbe detto non molto istruito, viveva le sue giornate in una classe nella quale riusciva solo farsi notare come “pecora nera”. L’insegnante, i compagni, lo schernivano per le sue evidenti difficoltà: non sapeva leggere bene, confondeva sempre i numeri e scriveva malissimo. A portare ulteriore scompiglio, la presenza misteriosa di due mani, rosse, impertinenti e dispettose, che presto si riveleranno essere la personificazione del disturbo da cui il ragazzo è ignaramente affetto: la DISLESSIA. Accompagnato dalla loro guida, un po’ invadente, ma gioiosa e piena di divertenti quanto improbabili sorprese, il ragazzo scoprirà (e lo spettatore assieme lui) i meandri di questo disordine sconosciuto ai più. Solo quando sarà stato in grado di riconoscere, e avrà imparato a convivere, con i loro costanti, involontari, trabocchetti, il ragazzo diventerà abile nel risolvere con creatività ed ingegno le differenti situazioni di difficoltà che potrà incontrare, riguadagnando così la fiducia in se stesso e il rispetto degli altri, per scoprire infine di avere tutti le risorse necessarie per aiutare madre a ritrovare la serenità perduta.
Il linguaggio usato è caratterizzato da una vivace tessitura musicale (costituita da brani selezionati nel vasto repertorio di musicisti di chiara fama storicamente riconosciuti come dislessici) che fa da ossatura ad una drammaturgia di gesti ed immagini, resa ancora più sorprendente e visivamente affascinante dall’uso di libri pop-up e dal teatro delle ombre, che contribuiscono a restituire la dimensione in qualche modo “alterata” della percezione del nostro protagonista. Uno spettacolo che offre a tutti gli spettatori uno sguardo più approfondito sul mondo dei DSA oltre che iniettare fiducia e volontà nel modo di affrontare le difficoltà e le incognite che potrebbero manifestarsi durante il cammino di una vita, scolastica e non solo.
Informazione riservata agli Organizzatori
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