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HUMAN FARM

Fartagnan Teatro
Regia: Fartagnan Teatro
Drammaturgia: Rodolfo Ciulla
Attori: Federico Antonello, Luigi Aquilino, Michele Fedele, Giacomo Vigentini
Trailer: Link
Anno: 2019
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: Distopia, spymovie, nerds, lavoro, sistema, umanzo

Human Farm è il secondo capitolo della Trilogia Distopica con cui i Fartagnan Teatro continuano la ricerca di un proprio linguaggio narrativo che fonde i riferimenti della cultura pop cinematografica e seriale con il medium artistico del teatro, approfondendone i risvolti tematici e i collegamenti con la contemporaneità.
Con Human Farm la compagnia si immerge nelle problematiche dell’attuale mondo del lavoro, traendo
ispirazione dai classici della letteratura distopica come 1984 di G. Orwell e Ritorno al Mondo Nuovo di A.
Huxley, e prova a fondere generi differenti fra loro, dallo spymovie alla commedia musicale. Human Farm, come tutta la Trilogia Distopica, ha come obbiettivo quello di riportare a teatro generi narrativi che si sono allontanati dal palcoscenico come la fantascienza, il triller, la distopia, generi desueti nei teatri ma che attualmente rimangono i più efficaci per avvicinarsi e parlare alle nuove generazioni. Volendo creare spettacoli per gli spettatori del domani, occorre riavvicinarsi ai gusti del pubblico: non basta solo trattare di temi e problematiche vicine, ma occorre bensì ritrovare degli stili più accattivanti che possano essere comprensibili e affascinanti proprio per quel pubblico che non conosce nulla di teatro e che è cresciuto davanti ad uno schermo. Human Farm, con i suoi toni sopra le righe, ma dai colori sterili, vuole essere una favola distopica, un viaggio all’interno della nuova era dell’imprenditoria. La Human Farm, azienda segreta e finanziata da potenti multinazionali, crea ogni giorno lavoratori in vitro: gli umanzi. La nuova classe lavoratrice del futuro. Docile, condizionabile, fedele al datore di lavoro e, soprattutto, gratuita. Come fermare il Sistema?

SINOSSI: In un futuro non molto lontano, un imprenditore visionario, finanziato da una potente cordata di multinazionali, ha creato in un laboratorio segreto una nuova tipologia di lavoratore destinata a rivoluzionare per sempre il mondo del lavoro. Il problematico, fragile e cagionevole essere umano sta per essere sostituito dal ben più docile, prestante e ubbidiente umanzo. I pregi degli umanzi rispetto agli esseri umani sono innumerevoli: Gli umanzi lavorano senza sosta e soprattutto senza chiedere in cambio nulla. Parole come malattia, ferie, maternità e stipendio per loro sono del tutto prive di significato. Per vederli saltare di gioia, basta sventolare davanti ai loro occhi uno dei loro amati buoni pasto. Ma il maggior pregio degli umanzi riguarda l'essere totalmente bio degradabili. Una volta terminato il loro ciclo lavorativo infatti nessun costo per l'azienda, nessun costo per la società, gli umanzi possono essere macellati, cucinati e dati in pasto ai loro simili per animare simpatiche feste aziendali. A contrastare questo entusiasmante progresso, nel laboratorio segreto arriva un giovane e arrogante giornalista precario convinto di poter cambiare il mondo con un reportage. Dove lo porterà la sua incoscienza? Benvenuti nella Human Farm!


Altri crediti: Soggetto di Rodolfo Ciulla e Daniele Milani
Disegno e realizzazione scene a cura di Elisa Vannuccini
Disegno luci di Matteo Giacotto
Voci registrate di Maria Cagianelli Villani e Giacomo Vigentini

Residenze artistiche presso: Spazio Residenza Idra, Campo Teatrale e Centro Teatrale MaMiMò

Produzione: Fartagnan Teatro

File scaricabili:
Scheda.artistica.HUMAN.FARM_FARTAGNANTEATRO.pdf

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Fartagnan Teatro nasce nel 2017, fondata da quattro ex allievi diplomati alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi con il sogno di creare un nuovo Teatro Pop per la generazione 2.0.
Che vuol dire Fartagnan? Nulla. Fartagnan ha un sogno! Una bandiera che sventola orgogliosa: fare teatro per i nerd, per i collezionisti di selfie, per i tubenauti solitari, per i seguaci del DioNetflix, per coloro che amano carnalmente il loro divano, per i commentatori di Brazzers, per quelli cresciuti a pane e Tarantino, per i gamers notturni, per chi conosce a memoria tutte le puntate dei Simpsons, per i fedeli al subwoofer, per chi fa pellegrinaggio ad Amsterdam e al LuccaComics, per i ballerini di Techno e Goa, per quelli che sanno come è costruita una spada laser, ma non conoscono la differenza fra uno scenografo e uno sceneggiatore, insomma per tutti coloro che a teatro non ci vanno.
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