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Lei Non E'

Formiche di vetro
Regia: Luca Trezza
Drammaturgia: Luca Trezza
Attori: Francesca Muoio Luca Trezza
Trailer: Link
Anno: 2017


Generi: Prosa, Teatro-danza

Tags: Sogno, Arte, Tecnologia, Morte

LA GENESI DEL PROGETTO
La Tortuosa ricerca del TITOLO
Lo Spettacolo “LEI NON E’” nasce dalla visione di un murales, visibile su molti muri di Roma, in cui appariva la figura di Pierpaolo Pasolini che teneva in braccio se stesso.
Da lì un gioco di parole e dialetti mi ha portato a formulare la frase “TENCO UN PASOLINI TRA LE BRACCIA” e ad unire le due figure artistiche, quelle di LUIGI TENCO e di PIER PAOLO PASOLINI come simboli di una resistenza artistica.
Mentre mi accingevo a scrivere questo spettacolo, la rielaborazione personale e dolorosa di un lutto mi ha riportato al tema della Memoria sia personale che storica.
Cosa resta di noi? Cosa ci portiamo? Cosa lasciamo?Queste le domande .
Da questi presupposti ho iniziato a scrivere il testo dello spettacolo che si compone drammaturgicamente in tre quadri. Il Titolo era diventato “TENCO UN PASOLINI TRA LE BRACCIA e LEI NON E’” . Successivamente abbreviato in “LEI NON E’ ” . Per LEI s’ intende la Memoria, la Mamma, l’Italia, la Patria, la Voglia disperata e disperante di vivere e la Domanda sul futuro incerto di questa generazione Millennials
LA STRUTTURA DRAMMATURGICA DEL PROGETTO
Lo spettacolo è composto da tre quadri, ognuno con un proprio titolo e un tema.
Il Primo Quadro, “Una Sconfinata Giovinezza” ispirata alla figura di Luigi Tenco narra l’incontro surreale di due personaggi, prima sopra un ponte,di notte con il vento, e poi in un albergo ad ore,

luogo scelto per conoscersi meglio e scambiarsi una promessa fatta al Vento di un futuro insieme. Il personaggio che narra aveva un fratello morto in guerra e una madre che sognerà la notte prima della scelta.
Il Secondo Quadro “Una Disperata Vitalità” ispirato alla figura di Pierpaolo Pasolini narra le conseguenze della decisione di Lui di allontanarsi da tutto il mondo virtuale e contemporaneo per seguire una stella,un sogno e partire volontario come il fratello per una missione:seguire l’isolamento e toccare la vita viva, il suo miracolo,il suo senso profondo e non virtuale . Perciò getta il telefono, simbolicamente visto come Tecnica e Scienza, lascia lei dormire in una stanza di albergo e si avvia ad assaporare le cose in prima persona.
Lei soffrirà di questo abbandono e si darà ai venti ,prostituendosi a loro come se fossero suoi clienti. E’ in cerca di un figlio o di qualcuno che le possa dare un pò di amore.
Il viaggio di Lui si interrompe alla visione di una bandiera tricolore strappata da un monumento ai caduti. Lui si sofferma su questo monumento e fa alcune riflessioni sul fratello, sulla madre, sulla Memoria. Lei intanto ci parla della sua storia, dei suoi amori e della sua volontà di diventare madre. Lui, dopo vari incontri, domande ed analisi, capisce di voler ritornare alla vita che ha lasciato: in fondo anche lui è un Millenials con appetiti sessuali anche lui ricerca qualcuno con cui soddisfare le proprie voglie anche “diverse”.

Altri crediti: Luci Martin Palma

Produzione: Formiche di Vetro Teatro

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Luca Trezza NATO A SALERNO IL 26 09 1983

Nato a Salerno il 26.09.1983, si diploma come attore nel 2006 presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Segue contestualmente laboratori di approfondimento con Emma Dante, Jurij Aischitz, Giancarlo Sepe, Danio Manfredini, Roberto Latini, Ilaria Drago, Luca Ronconi, Nikolaj Karpov ed altri.
È diretto da Giancarlo Sepe in Napoletango, Shakespeare low e Favole di Oscar Wilde; da Piero Maccarinelli in Il romanzo di Ferrara e da Armando Pugliese in La cucina, di Harold Wesker. Lavora, tra gli altri, anche con Enrico Maria Lamanna e Massimiliano Farau.
Nel 2008 fonda la Compagnia Formiche di vetro, sotto la cui egida inizia un percorso autonomo come autore e attore, tra riadattamenti e drammaturgie originali, tra cui si segnalano Quel che ne resta delle mie formiche, Fazzo-letti e wwww.testamento.eacapo, col quale si classifica al I posto nella sezione “teatro” al Festival della creatività di Roma Capitale 2013.
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