Cookie
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.
Questo sito si serve dei cookie di Youtube, Vimeo e Bunny.net per la visualizzazione dei video. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie. Chiudendo questo box ne accetti l'utilizzo.
Trittico. Lasciare andare con grazia
Amalia FrancoRegia: Amalia Franco
Drammaturgia: Amalia Franco
Attori: Amalia Franco
Trailer: Link
Anno: 2017

Generi: Danza, Teatro-danza, Figura
Tags: danza, teatro di figura, marionette ibride, maschere espressive
Opera per corpi danzanti e corpi inanimati.
Composizione in tre quadri sugli stati del corpo, ovvero della materia.
I tre quadri nascono come apparizioni e si sviluppano come pieces autonome pensate per una possibile visione in pillole, non di meno ogni stato del corpo e ogni sua utopia è letta in rapporto alle altre. L’utopia del corpo è il raggiungimento e mantenimento di una forma stabile, la sua forma perfetta. Ogni stato della materia risulta fragile e precario nella misura in cui è consunstanziale ad ogni corpo la sua costante e inevitabile possibilità di trasformazione. Gli stati di transizione e trasformazione dei corpi si determinano nell’incontro, nel desiderio, nella proiezione, nell’incubo di altri corpi,e corrispondono allo ‘stato amoroso’del corpo, ovvero allo slancio fuori, verso altro da sé, alla rinuncia, anche solo per un attimo, al proprio personale baricentro.
Si canta qui una zona opaca in cui i corpi si toccano e si confondono a tal punto da non sapere più dove inizia l’uno e finisce l’altro. Ripetono continuamente l’esperienza della propria infinitezza, ovvero non-finiti.
I QUADRO Gli Innamorati, ovvero del corpo liquido
Il corpo liquido non ha una forma propria, prende la forma di ciò che lo contiene. Allo stesso modo Gli Innamorati prendono l’uno la forma dell’altro e così, si contengono a vicenda. I costituenti dei liquidi non sono legati da forze molto intense. Così Gli Innamorati, si disperdono, si allontanano, scivolano l’uno sull’altro, fino a un nuovo contenimento. Evaporano e non li vedi più, si condensano, per un attimo si solidificano, si sublimano e di nuovo non li vedi più.
II QUADRO A flower is not a flower, ovvero del corpo solido
Una materia allo stato solido ha una forma e un volume proprio. I costituenti della materia sono legati da forze molto intense che consentono solo moti di vibrazione. L’unico modo per variare la forma di un solido consiste nell’applicazione di forze abbastanza intense da spezzare i legami, causando la rottura o il taglio del corpo. Fino a che punto un corpo solido può sostenere la deformazione prima di rompersi? A flower is not a flower immagina una deformazione che sale dall’interno, che cerca le spezzature e lo strappo per vivere.
III QUADRO Come in cielo così in terra, ovvero del corpo aeriforme
Una materia allo stato aeriforme non ha né volume né forma propria, ma si espande fino a occupare tutto lo spazio disponibile. L’ultimo quadro è un’opera sull’invisibile, ed è la diretta conseguenza dei primi due quadri, fortemente espressionisti nella forma e nelle tensioni emotive. D’altronde, condizione d’esistenza per il visibile è l’invisibile. Il residuo che non si può spiegare, un ultimo ‘perché’. L’immaginazione come esercizio spirituale, talora, genera la materializzazione di un’immagine! Ultimo resta il suono, ovvero il respiro.
Altri crediti: Testi tratti dalle Elegie Duinesi di R.M.Rilke
Marionette Amalia Franco
Luci Anna Moscatelli
Oggetti di scena Emilio Porchetti
Costumi Antonia Matichecchia
Creazione inserita nel progetto di Residenze Artistiche del Mibact 2016/17 – con il sostegno di La Terra Galleggiante, Settimo Cielo, Laboratori Permanenti, Officine Caos
Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.
Per visualizzare la scheda tecnica devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.
È un'artista indipendente la cui ricerca si fonda principalmente sulle contaminazioni tra danza e figura, realizzando lei stessa marionette ibride e maschere. Il suo lavoro prosegue oltre lo spettacolo: sta in tutto il rapporto laborioso con la materia prima e dopo. Pratica l’opera procedendo per espedienti, giustapposizione, accumuli, secrezione… a seconda del caso. Laurea in Semiologia degli audiovisivi, con tesi pubblicata “Troppo fiso. Erotismo e pornografia”, presso l'Università di Bari. Consegue il diploma d’Attore e Aiuto Regista presso l'Accademia Internazionale di Teatro, Roma, nel 2013. Prosegue la formazione nell’ambito della danza e del teatro di figura. Tra i suoi lavori, “Esercizi per scomparire”, produzione La Terra Galleggiante, con il sostegno di Workspace Ricerca X, Residenze Pugliesi_Teatro Crest e Maison Jacques Copeau; “Corpo Unico” con il quartetto d’archi Quartetto Maurice e la compositrice Giulia Lorusso, opera musicale di danza/teatro/figura e musica contemporanea, produzione Pro Quartet Parigi, Metamorfosi Notturne e La Terra Galleggiante; “Trittico. Cantillazioni”, ricerca sugli innesti tra i raga della musica classica indiana, marionette ibride e danza, in collaborazione con Anna Moscatelli e Renata Frana (vincitore Crossing view e progetto Cura); “Trittico. Lasciare andare con grazia”, sostenuto dal progetto di Residenze Artistiche del Mibact 2016/2017 (vincitore del bando Della morte e del morire a cura del Teatro dello Scompiglio); “Lembos”, produzione Tessuto Corporeo, con il sostegno della Residenza Teatrale di Ceglie Messapica (vincitore del premio Confine Corpo, Festival Voci dell'Anima 2015 e Premio della Critica del Fringe Festival di Andria 2015).Come performer, esperta nella scrittura per corpo e figura e per la realizzazione di maschere e marionette, collabora con la compagnia torinese Tecnologia Filosofica per lo spettacolo “Eco del mondo”; la compagnia franco-svizzera Cie Patte Blanche nello spettacolo “La Loba”; la compagnia Senza Piume Teatro e il Teatro Crest di Taranto nella produzione di teatro ragazzi “Celestina e la luna”; il Teatro del Lavoro diretto da Damiano Privitera nello spettacolo di teatro difigura “Histoire du soldat”, in collaborazione con il conservatorio musicale di Pinerolo; la compagnia La barca dei matti, diretta da Natacha Belova, Ifoperator Production. Tra i festival, i teatri e le istituzioni in cui è stata invitata vi sono il Museo degli Uffizi, Anima If- Festival Internazionale di teatro di figura, Kilowatt Festival, AltoFest, Marta-Museo Archeologico di Taranto, FuoriFormato, Anima If, Kilowatt festival, Mirabilia, Tdanse, Teatri di Vita, Officine Caos, Immagini dall’Interno- Festival Internazionale di Teatro di Figura, Le Voci dell’Anima, La luna e i calanchi, VersoSud, Teatro dello Scompiglio, Laboratori Permanenti, Settimo Cielo, Teatro della Contraddizione e altri. Per la triennalità 2022/2024 collabora con Lavorare Stanca come artista e nella direzione artistica del festival ministeriale VersoSud.Nel 2015 lavora allo studio e creazione di un nuovo prototipo di maschera: “moving masks”, maschere per la danza. La ricerca di una forma autoriale nel teatro danza la porta a Ravenna durante la vetrina della Giovane Danza d'Autore 2015, all'interno del percorso Nuove Traiettorie, dedicato ai giovani coreografi.Porta avanti studi sul teatro urbano e drammaturgia del paesaggio. In quest’ambito cura il progetto “Tillandsie, drammaturgia urbana dei crolli”, legato alla città di Taranto e all’interno di questo percorso organizza i Laboratori dal Basso (progetti di formazione all'interno delle Politiche Giovanili della Regione Puglia) di drammaturgia urbana e pratiche riabitative dello spazio collaborando con Lajos Talamonti (piattaforma Urban Lies) e Leonardo Delogu (Dom).