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Macbeth Aut Idola Theatri.

ragli
Regia: Dalila Desirée Cozzolino
Drammaturgia: Dalila Desirée Cozzolino
Attori: Dalila Desirée Cozzolino
Trailer: Link
Anno: 2018


Generi: Prosa, Performance

Tags: Macbeth, Idola, Theatri, Ragli

Del Macbeth abbiamo scelto di raccontare la superstizione: la sua fascinazione, la paradossale razionalità, la tendenza alla ritualità che essa comporta, l’affannosa speranza di una conformità della natura a scopi.
La riflessione parte dall’occasione che viene data a Macbeth dalle tre streghe (Atto 1, scena III): quale orizzonte di senso si può dare alla battuta “Salute a te, che un giorno sarai re”? Ci sono tantissime possibilità; proviamo ad assecondare la molteplicità stando nell’indefinitezza, nell’impreparazione di senso. Macbeth muove l’azione scenica a partire da qui: astrae e compone creativamente, esattamente come fa la nostra immaginazione davanti all’arte in generale. Quella frase è l’occasione. E allora Macbeth interpreta abitando il suo mondo in modo sempre più creativo, ideale, sovrannaturale. Super-stitio, stare sopra. Stare in una libertà spaventosa, farsi re, sentire oltre il sentire, vedere e mostrare ciò che non c’è, come un attore.
Nel Novum Organon, F. Bacon traccia un metodo finalizzato alla conoscenza di un fenomeno. La pars destruens è costituita dagli Idola, i pregiudizi della mente. Gli Idola Theatri, in particolare, sono le filosofie superstiziose che hanno contribuito a creare mondi fittizi da palcoscenico e ci rendono interpreti della realtà come se essa fosse intrisa di presagi, disegni. Da qui l’idea scenica di non rappresentare i personaggi in quanto personaggi, ma come “stati di coscienza”. Il mondo fittizio è quello di Macbeth, chi lo popola avrà le sembianze che Macbeth ha scelto di dargli. Tenteremo di raccontare la sua allucinazione partendo dalle visioni sui corpi esistenti, vivi, mortali. Sono prima di tutti i corpi ad apparire, sono loro le prime trasfigurazioni, poi arriveranno gli spettri. È così diverso dalla realtà? Si sceglie di vedere nell’altro quello che più si desidera vedere. E come siamo nell’òikos? Quanto siamo diversi quando restiamo soli? Quanto possiamo essere terribili e spaventosi? Cosa ci tradisce in una dimensione pubblica? Il corpo, prima di tutto. Scegliamo, allora, talvolta, di illuminarne solo delle parti: quelle che possono essere testimoni della nostra finitezza. Perché la finitezza, alla fine, si mostra. E finitezza è la possibilità di perdere. Si parla di potere ma molto di più della possibilità di perdere. Usiamo le luci non come dispositivo estetico, ma come parte della scrittura scenica, elemento drammaturgico. In scena una lucciola, una torcia, una lampada wood, una testa mobile mostreranno quello che non c’è e guideranno l’imperativo “immagina”. Ad introdurci nell’opera sarà un personaggio minore: il portiere che arriva nel secondo atto, quel fool immancabile nei testi di Shakespeare; è lui che apre la porta ai personaggi dell’opera, li invita ad entrare in quel mondo fittizio e a farsi stati di coscienza. Quel mondo lui lo chiama inferno. E a tutti è parso, almeno una volta, che la propria mente fosse un inferno. Abbiamo, poi, scelto di provare a recuperare la bellezza del

Altri crediti: da Macbeth di William Shakespeare
aiuto regia Rachele Minelli
disgno luci Giacomo Cursi

Produzione: Compagnia Ragli e Emergenze Romane SalaRoma Teatri 2018

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Compagnia Ragli, una delle prime Compagnie italiane a realizzare un Teatro sociale in cui legalità, uguaglianza, diritti umani e parità di genere vengono trattati mediante testi originali, scenografie sostenibili, esperimenti sociali ed educazione scolastica, premiata più volte per l'impegno antimafia e il progetto di "smitizzazione della 'ndrangheta" e Direzione Artistica del Festival sui Diritti Umani "Mauro Rostagno", accoglie nelle proprie scuderie artisti giovani e ne supporta il processo creativo e amministrativo. Organizza un Premio teatrale, corsi di drammaturgia e di economia dello spettacolo. Produce 4 spettacoli di compagnie emergenti e ne facilita la circuitazione nazionale ed internazionale.Fondata da Rosario Mastrota, Andrea Cappadona e Dalila Cozzolino, si dedica a tematiche civili e sociali attraverso un linguaggio drammaturgico contemporaneo. Debutta con Ragli a Primavera dei Teatri. Seguono: Fine (finalista al Premio Dante Cappelletti, Pr. Kantor, Pr. Controscene Biella e Pr. Cantiere Opera Prima, Rm); Salve Reggina! partecipa al Napoli Teatro Festival, finalista a Hystrio Scritture di Scena_35, al Premio Dante Cappelletti e al Pr. di Drammaturgia Oltreparola. L'Italia s'è desta apre la trilogia sulla smitizzazione della 'ndrangheta. Lo spettacolo vince: Uno per Monologhi, Teatropia, Pr. Centro alla Drammaturgia, Dirittinscena Univ. La Sapienza, Pr. Restart Antimafia e Pr. Politicamente Scorretto, è finalista a Hystrio Scritture di Scena e debutta in forma di lettura al Teatro Valle; ha una tournèe nazionale con oltre 100 repliche; partecipa, inoltre, al Festival INSCENA! New York City, NYC 2015. Gli altri 2 spettacoli della trilogia sono: Panenostro (Pr. Per Voce Sola–Teatro della Tosse di Genova) e Ficcasoldi (Pr. Giovani Realtà del Teatro, Civica Acc. Nico Pepe 2013). Onions, di R.Mastrota e D.Cozzolino, è il testo scelto da CollaborAzioni e diretto dalla regista O.N. Rabinyan (Lyncoln Center e World Wide Lab, NYC). Nel 2015 debutta La Bastarda, ispirato alla vita di Lea Garofalo, patrocinato da Avviso Pubblico, Città Metropolitana di Milano, ARCI e daSud. Border Line, debutta a Carrozzerie NOT nel dicembre 2018, è interpretato da Antonio Tintis, Giuliana Vigogna e Matilde Vigna (Ubu 2016 per Santa Estasi di A.Latella). Segue, nel 2018, Macbeth Aut Idola Theatri, scritto, diretto e interpretato da Dalila Cozzolino, progetto vincitore della Residenza invernale Emergenze Romane 2018. Nel 2019, Ragli è tra le compagnie selezionate da Fabulamundi Playwriting Europe e debutta a Primavera dei Teatri 2019 con The Speaking Machine, dell’autrice catalana Victoria Szpunberg, prodotto da Primavera dei Teatri e PAV Fabulamundi, per il progetto europeo Europe Connection 2019, diretto da Rosario Mastrota. Tutor critico del progetto è Alessandro Toppi (Hystrio, Pickwick). Con Chi niente fu, scritto da Giuseppe Pipino, la Compagnia Ragli vince il Festival Inventaria 2019 sezione “Demo”, presentando un lavoro di 12 minuti, vince la Residenza di ATCL Lazio per lo Spazio Rossellini e vince il Martelive Biennale 2021. Dal 2017, alla Compagnia Ragli è affidata la direzione artistica del teatro di ÀP, Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti (RM) e la direzione artistica del Festival Mauro Rostagno, oltre alla gestione artistica e organizzativa del Premio Mauro Rostagno che assegna 1000 € al progetto vincitore. www.compagniaragli.com
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