Regia: Girolamo Lucania
Drammaturgia: Matei Visniec
Attori: Jacopo Crovella Stefano Accomo Annamaria Troisi
Altri crediti: Habitat Andrea Gagliotta Organizzazione e amministrazione Martina Tomaino Comunicazione Claretta Caroppo
Parolechiave: Decomposto, rito, solitudine, insieme, luce
Produzione: Parsec Teatro/Cubo Teatro
Anno di produzione: 2017
Genere: Prosa Performance Installazione
Presentazione Nel 1992 Matei Visniec scrive il “Teatro decomposto o l’uomo pattumiera”, una drammaturgia composta da monologhi e dialoghi apparentemente slegati fra di loro, ma che nel loro insieme rappresentano un’umanità frammentata, fatta di solitudini, impotenze, ipocrisie, alla ricerca di un’anima individuale distante e disgregata dal resto della – inesistente – comunità. I testi del “Teatro decomposto” sono paradossali, adottano differenti stili e si permeano ognuno della propria unicità.
Lo sguardo del testo Lo sguardo di Visniec è quello di un uomo dell’Est Europa che, all’abbattimento del muro di Berlino e della divisione Europea Occidente Capitalista-Oriente Comunista, si affaccia all’Europa centro-occidentale, e la vive. Osserva una società disgregata, composta da individui che insieme non creano una comunità, ma un gruppo di singoli elementi in lotta per la sopravvivenza individuale. E’ oggi, nell’era della comunicazione di massa e della diffusione dei Social Network, che lo sguardo di Visniec si fa ancora più graffiante e attuale. Quasi a voler presagire ciò che sarebbe avvenuto, il “Teatro decomposto” è un testo profetico, acuto e incredibilmente rappresentativo dell’umanità contemporanea.
IL TEATRO Altresì è anche una riflessione sull’arte del Teatro. Visniec impone la ricerca di soluzioni nuove, differenti dalla classica rappresentazione teatrale. Il Teatro Decomposto necessita di un pensiero profondo sulla messa in scena, sull’abitudine dell’unicità di luogo di rappresentazione (il Teatro inteso come luogo fisico), sulla continuità narrativa e attorale, ancorché su quella del linguaggio.
Il Progetto Il “Teatro decomposto”, e il suo seguito “Attenzione alle vecchie signore corrose dalla solitudine” (scritto nel 2003), si prestano quindi a due analisi strettamente correlate fra di loro: - Un’analisi sul Teatro; - Un’analisi sull’uomo contemporaneo.
La rappresentazione Decomporre il teatro, alla ricerca del rito frammentato in partenza, ma necessario. Lo spazio che accoglie il lavoro viene ripensato a ogni diversa rappresentazione, decomponendo e frammentando il palco e la platea: una serie di “stazioni” vengono create in diversi punti del luogo. In ogni stazione si compie un rito rappresentativo, per rendere sacro e privilegiato quel punto. Al termine della singola rappresentazione, la stazione è diventata un altare riempito dell’esperienza che lì si è esperita. Al termine dell’intero lavoro, lo spazio teatrale sarà invaso così da diversi Altari, che raccontano un rito frammentato e sincero. Lo spazio, interamente, parlerà dunque, avrà un suo senso altro che si è vissuto insieme, e che verrà distrutto per essere riaffrontato in modo diverso i giorni successivi o nelle successive rappresentazioni. Gli attori, seguendo questa linea, conoscono tutto il testo e non sanno cosa rappresenteranno quel giorno, né chi rappresenterà il singolo microdramma.
Informazione riservata agli Organizzatori
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