Regia: Erica Mattioni e Martina Tavano
Drammaturgia: Inedita
Attori: Erica Mattioni e Martina Tavano
Altri crediti: Scenografia e Luci: Alex Nazzi Musiche e Arrangiamenti: Gianni Rojatti
Parolechiave: Testoni - danza contemporanea - Amore - Assurdo - Memoria
Produzione: Compagnia Traparentesi, Con il sostegno di Css Teatro Stabile di Innovazione di Innovazione del FVG e Verdecoprente
Anno di produzione: 2017
Genere: Teatro-danza
Un uomo e una donna separati da un confine naturale, un fiume. Stranieri l'uno all'altra, parlano e si muovono con ritmi e tempi che hanno sapori diversi. Da quel confine si osservano curiosi e prendono le misure dello spazio che li separa, un limite che li protegge all'interno di un'area che conoscono, una linea morbida che li tenta, che a tratti vorrebbero superare per toccare quella presenza che sembra essere cosi simile. Cresce il bisogno di un dialogo, la necessità di raccontarsi, ma parlano lingue differenti. Il loro unico tramite è il corpo che mosso si fa significante e trova risonanze comuni, contrappunti e gesti che si fanno comunicazione. Ma ecco che sopraggiunge la paura, "battono in ritirata" in territori che conoscono, il fiume si gonfia, li allontana e loro non sono ancora riusciti a dire i loro nomi.
Due personaggi con grandi e goffe teste sono gli archetipi attraverso i quali vogliamo riflette sull'idea di limite inteso in diverse prospettive: termine, linea terminale divisoria, fine, estremità, barriera, frontiera, bordo e piu in generale tutti quei parametri che hanno la funzione di determinare sia spazi fisici che caratteristiche personali. Quali sono le unità di misura che ci definiscono e ci muovono? Cosa accade se osserviamo il limite di queste molteplici funzioni nella doppia natura che sempre hanno: positivo/negativo? E cosa potrebbe accadere se ci avvicinassimo a questi limiti e li superassimo? Due sono i parametri sui quali al momento ci siamo focalizzate, quello fisico-spaziale (che stabilisce le nostre possibilità motorie e di spostamento nello spazio), e quello che definisce la nostra persona attraverso la carta d'identità che ci viene assegnata e che ha la forza di attribuirci un contrassegno.
Testoni è un progetto di ricerca performativa che vuole indagare la relazione e le possibilità tra il gesto danzato e l'intenzione teatrale. Il lavoro si è strutturato attraverso due grandi maschere, un uomo e una donna, e la drammaturgia ha preso forma attraverso la loro relazione. Siamo alla ricerca dei limiti che l'uso di questa maschera comporta, sia in senso pratico che figurato, e dei punti di gioia e dolore presenti nell'incontro di due esseri umani.
Progetto sostenuto da Dialoghi / Residenze delle arti performative pressi Villa Manin (Css, Teatro Stabile di Innovazione del FVG) e Verdecoprente
Il progetto ha partecipato alla residenza FORM-ART diretta da Artisti Associati Gorizia e Arearea (UD).
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