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Casca La Terra

Guinea Pigs

Genere Prosa
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Regia: Riccardo Mallus

Drammaturgia: Fabio Chiriatti

Attori: Letizia Bravi Marco De Francesca Michele di Giacomo Irene Timpanaro

Altri crediti: dramaturg Giulia Tollis progetto sonoro Gianluca Agostini scenografia e costumi Stefano Zullo assistente scene e costumi Daniele Pennati assistente alla regia Roberta Jegher aiuto regia Riccardo Tabilio foto e video Diego Monfredini

Parolechiave:

Produzione:

Anno di produzione: 2017

Genere: Prosa

“Casca la terra” è una commedia grottesca che affronta due temi centrali per i ventenni e i trentenni di oggi: lavoro e famiglia. Se per i trentenni il sogno del futuro non è altro che la chimera di un'eredità - il Posto Fisso, la Casa, la Famiglia, i Figli, la Pensione, per i ventenni l'unica possibilità è prendere parte a un piano grandioso, folle e distruttivo per conquistare l'immortalità, o almeno poter dire di averci provato.
In “Casca la terra”, lo spettatore viene catapultato in uno spazio e in un tempo post-industriale. Una grande vetrata separa il mondo dentro dal mondo fuori. In questo interno
stanno quattro personaggi: Adrian e Raquel, due “vecchi” di trent'anni e Jona e Magdalaine due giovani ventenni. Magdalaine sogna di diventare la madre del nuovo Messia, legge la Bibbia e mangia croccantini per gatti mentre Jona, il futuro padre, si prostituisce per far quadrare i conti della famiglia e solidarizza con chi scende in piazza a manifestare: studenti, lavoratori, esodati. Raquel, costretta su una sedia a rotelle da un incidente sul lavoro, interroga Adrian, morto suicida dopo essere stato licenziato, non lo vuole lasciare andare. Adrian rimprovera la compagna di non aver mai accettato il suo amore per il lavoro, lei lo accusa di avere sempre amato di più la sua postazione da call center di lei. Per il regista Riccardo Mallus: «Jona e Magdalaine sono due drop-out, due giovani re-spinti fuori dalla società borghese, ormai ridotta ai minimi termini. Vogliono un figlio che sognano diverso da tutti, un Angelo sterminatore che punisca la società che li circonda e li respinge. Adrian e Raquel hanno conosciuto la società che Jona e Magdalaine vogliono distruggere; l’ hanno conosciuta e ne hanno pagato le conseguenze. Perché per avere un lavoro, in questa società lo devi amare. Anche se lo odi. Anche se ti annichilisce. Anche se ti costringe a sacrificare ogni cosa».
Il testo è stato scritto nel 2011, pubblicato da Kurumuny Edizioni nella raccolta “Lo scannatoio del lunedì” che contiene altri due testi di Chiriatti, “Mappugghje”, con cui l'autore ha vinto il Premio Raduga 2013 “Giovane autore dell'anno” e “I Saburchi”, con cui ha ricevuto una menzione al Premio Hystrio Scritture di scena nel 2013.
L'autore scrive di due generazioni sacrificate e sacrificabili, di una società in cui i desideri sono finiti e bisogna inventarsi un piano per sopravvivere. «Se non si hanno dei desideri bisogna almeno avere un piano», racconta l'autore e continua «questo testo parla dei miei trent'anni. Per me è una questione di società e non di costellazioni familiari. Credo che i nostri genitori debbano andare in pensione e lasciarci liberi di scegliere, Così noi la smettiamo di inventare piani per sopravvivere e ci facciamo andare bene i nostri desideri». Conclude Chiriatti, e le sue parole sembrano mettere in guardia gli spettatori: «questi personaggi possono sembrare grotteschi, ma vi invito a guardarli per quello che sono, perché sono molto vicini a noi»

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