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Arlecchino Deucalione

Teatro del Carro

Genere Teatroragazzi (7-99) Prosa
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Regia: Michele Monetta

Drammaturgia: Alexis Piron

Attori: Luca Maria Michienzi Anna Maria De Luca Lucia Cristofaro Josephine Carioti Pierpaolo Bonaccurso

Altri crediti: Produzione Teatro del Carro. Scene Anna Maria De Luca. Costumi Michele Monetta. Disegno Luci Gianni Grasso. Linguaggio Musicale Fabio Tropea. Organizzazione Generale Luca Maria Michienzi. Maschera Arlecchino Marialaura Buonocore. Imago Mito Contemporanee Nino Pracanica. Assistente Regista Greta Belometti. Foto Di Scena Luca Canino. Realizzazione Costumi Mariella Bruzzese.

Parolechiave: Arlecchino Commedia_dell'Arte Mitologia

Produzione: Teatro del Carro

Anno di produzione: 2017

Genere: Teatroragazzi (7-99) Prosa

Il testo ispirato al mito greco di Deucalione (figlio di Prometeo) è tratto dall’opera teatrale scritta nel 1722 dall’autore francese Alexis Piron. Narra del Diluvio Universale e della quasi totale distruzione di tutto e della scomparsa delle principali forme di vita. Tra le onde del mare in tempesta, tra fulmini e pioggia, aggrappato ad un barile, l’unico superstite dell’umanità è Arlecchino Deucalione. Allo stremo delle forze, dopo aver pregato e scongiurato il dio Nettuno a gran voce di risparmiarlo riesce a sopravvivere miracolosamente al cataclisma.
Con la forza della disperazione e col desiderio di sopravvivere, resiste tra le fredde e gigantesche onde per essere gettato dal mare su una spiaggia deserta piena solo di sabbia, calcinacci e detriti. Ad un primo e momentaneo stato di gioia per lo scampato pericolo e di entusiasmo per essere diventato (autoproclamandosi) il re del mondo intero, subentra un livello di malinconica ribellione nel vedersi unico e, soprattutto, solo. Nella disperata esigenza di incontrare un essere vivente, dalla vuota e silenziosa spiaggia si avventura nella boscaglia circostante. Con affanno e spavento incontra Themis la divinità greca della Giustizia. Themis gli rivela la maniera di ripopolare la Terra ma usa un’ambigua e misteriosa formula che il povero Arlecchino non riesce a decifrare, perché la figura parla una lingua arcaica e misteriosa, nonché complessa nei concetti.
Solo l’apparizione di uno spirito totalmente folle chiamato Polichinelle-Momus gli svelerà l’oracolo.
Grazie a ciò e all’esigenza di incontrare altri esseri umani, Arlecchino Deucalione attraverso un misterioso rituale con delle pietre, riesce a dar vita all’uomo e a varie categorie sociali ripopolando il mondo intero. Nell’epica antica, nella letteratura, nel teatro, nei testi sacri e in molte fiabe e racconti di tutti i popoli della Terra, sempre l’elemento sconvolgente del diluvio ha rappresentato l’accadimento rigenerante dell’intera umanità, oltre ad essere un passaggio traumatico che invita a una concreta e profonda riflessione sulle proprie ragioni di vita.
E’ un’opera creata da artisti e artigiani del sud e tutti provenienti dalla Calabria, dalla Campania e dalla Sicilia, in pratica da gran parte della nostra… Magna Grecia!!!
E’ la prima volta che Arlecchino Deucalione viene prodotto e rappresentato in Italia; nell’adattamento sono stati lasciati alcuni frammenti poetici in francese, il resto è in italiano con accenni in calabrese colto e in lingua arberesh.
Il gusto dell’opera che si rifà nei segni, negli spazi e nelle maschere al Surrealismo e alle Avanguardie Storiche, quindi a quel gusto grafico-pittorico tra fine Ottocento e primo Novecento, legandosi al mito greco e alle maschere della Commedia dell’Arte attraverso l’attività onirica.

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