Regia: Emanuele Avallone
Drammaturgia:
Attori: Emanuela Belmonte, Alessandra Lanciotti
Altri crediti:
Parolechiave: clown, trapezio, circoteatro, clarinetto, equilibrismo
Produzione: Compagnia Maeriaviva
Anno di produzione: 2017
Genere: Teatroragazzi (7-90)
Magari è uno spettacolo poetico e buffo che parla con delicatezza della paura di ognuno di noi di rimanere da solo e della difficoltà di comunicare con gli altri. Ognuno dei personaggi incarna una di queste istanze. La prima attrice che incontriamo usa la razionalità estrema per raccontare il proprio mondo, ai limiti della maniacalità. L'oggetto/metafora di questa esigenza di definire tutto è un dizionario, attraverso il quale lei cerca di spiegare il mondo attorno a sè, innescando situazioni di una irresistibile comicità surreale. Il secondo personaggio è l'opposto del primo. È istinto puro senza inibizioni, carica vitale ed entusiasmo senza filtri, incapace, però, di muovere un passo se non con l'aiuto dell'altra. Da qui la sua viscerale esigenza di non rimanere da sola, di creare un continuo contatto emotivo, non verbale, con l'altro personaggio. Lo spettacolo inizia con la scena vuota e soltanto un baule, dal quale uscirà il primo personaggio, ed un trapezio non illuminato se non in un secondo momento. La priorità è quella di organizzare lo spazio in modo che sia tutto perfettamente in ordine, un ordine surreale in cui tutte le cose devono “fare 5”. Per organizzare in questo senso la scena, l'attrice tirerà fuori dal baule gli oggetti, secondo lei essenziali, affinché ciò che sta preparando vada a buon fine: un clarinetto, un dizionario e, da ultimo, l'altro personaggio che lei chiamerà per tutto il tempo, per l'appunto, “Cinque”. Cinque però non capisce le esigenze della sua partner, non vuole uscire dalla cassa che è il suo luogo sicuro e a dire il vero non sa neanche parlare, ma dice soltanto no. Quando finalmente Cinque impara a dire sì e accetta come un nuovo gioco la proposta, affronta il primo, apparentemente insormontabile, ostacolo: appena i suoi piedi toccano terra lei sviene. Nascono da questa situazione una serie di gag paradossali e comiche che i personaggi risolveranno con molti insuccessi e con soluzioni surreali. La storia è scarna ed essenziale, una scusa per far vivere i personaggi: è la festa di compleanno di Cinque, e la sua amica le ha preparato come regalo un trapezio, un luogo dal quale i piedi non toccano terra. Dopo mille disastrosi tentativi per arrivare al trapezio e altrettanti per scendere, l'amica di Cinque capisce che soltanto stando insieme e muovendosi come un solo corpo, riusciranno a trovare la soluzione al problema. Ballare insieme una sui piedi dell'altra, prendersi cura una dell'altra. Sedare le reciproche ansie. Insieme. Il finale ha un ribaltamento a sorpresa, che lascia lo spettatore nel dubbio se quello che ha visto in scena era un sogno, un ricordo, o una speranza, ma con la certezza che da soli non si ride e non si va da nessuna parte. Attraverso il teatro fisico, il clown teatrale, l’acrobatica aerea e la musica dal vivo, le due attrici chiamano lo spettatore ad essere partecipe dell’intimità di un dialogo strampalato e surreale.
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