Regia: Alessandro Blasioli
Drammaturgia: Alessandro Blasioli
Attori: Alessandro Blasioli
Altri crediti: Luci: Marco Andreoli Scenografia: Andrea Corvo Foto di Scena: Manuela Giusto 2023 Primo classificato Festival TeatrOfficina Auditorium A. Marchesini | Settimo Milanese (MI) 2021 -Premio Attilio Corsini Salviamo i Talenti Teatro Vittoria | Roma Premio del Pubblico Festival di Resistenza Istituto Cervi Gattatico (RE) - Premio Fondazione Guido d’Arezzo - Premio Spettatori Erranti - Premio del Pubblico - Premio Comitato Artistico Arezzo Crowd Festival Teatro Pietro Aretino | Arezzo -Premio della Giuria Festival CastellinAria Alvito (FR) -Premio Italia dei Visionari Festival Le Città Visibili Ex Mattatoio | Rimini -Premio della Critica Palio ErmoColle Langhirano (PR) -Premio del Pubblico NOPS Festival Teatro Tor Bella Monaca | Roma - Miglior Spettacolo - Miglior Attore - Miglior Regia - Premio del Pubblico - Premio K. Volpe Premio Nazionale Calandra Tuglie (LE) 2017 -Premio NUOVOImaie “Miglior Interprete Maschile" Festival Dominio Pubblico Teatro India | Roma
Parolechiave: narrazione, L'Aquila, Abruzzo, prevenzione, terremoto
Produzione: Autoprodotto
Anno di produzione: 2017
Genere: Prosa
“Dopo L’Aquila, Onna, Paganica,
dopo Amatrice, Accumoli, Arquata,
dopo la scuola di San Giuliano di Puglia,
dopo il terremoto dell’Emilia, dell’Irpinia, del Friuli,
cos’altro ancora dobbiamo aspettare, prima di reagire?”
Paolo non sapeva che il Miserere di Chieti fosse lo stesso di quello cantato nella processione del Venerdì Santo della sua città, L’Aquila. E rimane pertanto attonito, per tutte e tre le volte che il canto è intonato in direzione della città smembrata dalla furia della terra.
Bastano 23 secondi per cambiare per sempre la vita della famiglia Solfanelli e l’amicizia fra Paolo e Marco, travolta anch'essa dalla potenza della natura e dall'iniquità dell’uomo.
Dopo il terremoto i coniugi aquilani Rocco e Piera sono costretti ad un infinito peregrinare assieme al figlio Paolo fra hotel della costa, feste di paese, tendopoli, rivolte civili e New Town; un’altalena di emozioni e contraddizioni accompagna il loro viaggio senza fine nell’Abruzzo ferito dal sisma del 2009.
Fra personaggi grotteschi e fatti realmente accaduti, la storia culmina in un epilogo graffiante e attuale, che avvicina il pubblico alla realtà del capoluogo abruzzese e di tutti quei paesi che riversano nelle medesime condizioni.
NOTE DI REGIA
Ho iniziato a scrivere Questa è casa mia nel 2014 quando ho scoperto con sorpresa che, a eccezion fatta degli abruzzesi, molti colleghi ignorassero la situazione del post sisma aquilano; ho dunque sentito il bisogno di raccontare una storia, per dar voce e sostanza a questioni non più discusse dai Media.
A questa necessità si è presto aggiunta quella di “ricordare per non sbagliare più”: ogni terremoto ci sottolinea l’inadeguatezza italiana nell’affrontare emergenze simili, nonché l’estrema vulnerabilità di un patrimonio artistico e architettonico invidiato in tutto il mondo, nonostante ormai ci siano le tecnologie per poter evitare disastri.
Ho deciso quindi di parlare non della tragedia in sé -lu terramote l’ha sembre fatte- ma di quello che si poteva e si doveva evitare nel dopo sisma; non in maniera tragica, ma con estrema ironia, cercando il poetico e il divertente anche laddove sembra non ci sia. L’Abruzzo, la mia regione, fa da contorno naturale alla vicenda, con i suoi dialetti e i suoi canti, e molto ho tratto dal mio vissuto: i personaggi esistono nella realtà, così come reali, se pur romanzati, sono i fatti narrati.
Ne viene fuori una commistione di rabbia, energia, timore e fierezza, quello stesso mix da me vissuto attraverso gli occhi degli amici aquilani nel 2009, per sollevare ancora le stesse domande di allora e, magari, per non sbagliare più.
Gli eventi sismici non possono essere previsti; il crollo di strutture pubbliche non a norma e le infiltrazioni mafiose sì.
Alessandro Blasioli
Informazione riservata agli Organizzatori
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