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Generi: Danza, Teatro-danza
Tags: montagna, ascesi, assolo, natura, uomo
“Ho avuto la fortuna, qualche tempo fa, di lavorare tra le alpi ticinesi in un alpeggio, prendendomi cura di un gregge di capre. In quel tempo mi sono confrontato quotidianamente, giorno e notte, con la montagna, gli animali, la natura, la fatica, la frustrazione e la gioia, la paura, la solitudine e tanto altro ancora. La montagna, la natura in generale, costringe l'uomo a confrontarsi con se stesso. Davanti alla montagna e al suo mondo mi pongo davanti a me. Ogni passo, ogni appiglio raccontano di me attraverso la montagna. Per questo la montagna conserva e mantiene un fascino eterno in tutte le culture, perché ogni volta che ci si incammina tra le sue rughe si inizia, in realtà, un cammino dentro di sé, dentro l'umano”. (Francesco Manenti)
“Meru” è la seconda parte di una TRILOGIA SULL'ANIMA iniziata con “Animula” (Produzione Sosta Palmizi 2016).
Il monte Meru nel pensiero hinduista, buddhista e jainista, è un monte mitico e sacro, vero e proprio axis mundi che sorregge microcosmo e macrocosmo.
In “Meru”, la vetta da scalare è vista come percorso di ascesi, “dal regno della materia alla cima dello spirito”.Il corpo diventa manifestazione del mistero ineffabile e luogo in cui avviene la scalata interiore.Verticalità, ritmo, visceralità, immediatezza, istinto, frammischiarsi di quiete e fatica, freddo, tremore, introspezione, ascolto sono qualità che l’uomo esperisce nell’attraversare la montagna.
“Risalivamo la montagna a testa bassa, concentrati sul ritmo delle gambe, dei polmoni, del cuore, in un rapporto privato e muto con la fatica”.(Cognetti)
Chi sale la montagna accetta di spogliarsi lungo il cammino,delle sovrastrutture del giorno e ritornare ad ascoltare il silenzio della natura, identificando e rispondendo solo ai bisogni immediati.
L'uomo, in continua metamorfosi, attraverso i suoi movimenti entra in risonanza con la montagna, con il suo stare monolitico e con il fluire nascosto di acque, animali e vegetazione, ma anche con la sua anima più selvatica e misteriosa.
Partendo dall'esperienza intima che l'interprete ha avuto con la montagna, Meru, cerca la natura di un gesto puro, segue una narrazione onirica come a compiere una meditazione sul fluire mutevole dei paesaggi e delle sensazioni.
Altri crediti: musiche Michele Zanni
disegno luci Vincent Longuemare
esecuzione sonora Daria Menichetti
con il contributo di MiBACT, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo/Direzione generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana/Sistema Regionale dello Spettacolo
si ringraziano
Caijka Teatro d'Avanguardia Popolare di Modena e Verastasi (Tuscania) per aver ospitato il progetto,
Danio Manfredini per il suo sguardo prezioso.
Produzione: Perypezye Urbane (Dance Me) e Sosta Palmizi
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Daria Menichetti lavora come danzatrice in teatro per compagnie italiane di teatro e danza da oltre 15 anni (Sosta Palmizi, Abbondanza Bertoni, Zaches Teatro, Teatro Kismet Bari, Ariella Vidach, Mario Martone, Leonardo Delogu, Luna cenere, Krill Teatro). É, inoltre, coreografa e insegnante di movimento consapevole e teatro danza. Prodotti da Sosta Palmizi sono la trilogia sull’anima (ANIMULA, MERU, IKI). Il suo lavoro (WALDEN) tratto dall’omonimo libro di Thoreau invece, si concentra sulla relazione tra essere umano e ambiente, essere umano e altre specie. WALDEN è anche un progetto video, girato in varie location del Ventasso (RE).https://vimeo.com/835827027/dd371d5e39Frequenta il corso Body Mind Centering® ottenendo il diploma di SME (Educatrice Somatica) oltre ad essere diplomata in Danza Sensibile®.Dal 2019 lavora in carcere alla Casa Circondariale di Sollicciano con la Compagnia di Sollicciano (Firenze), diretta da Elisa Taddei / Krill Teatro. Dal 2021 per il progetto Per Aspera ad Astra guidato da Armando Punzo, in cui è coinvolto il Teatro Stabile dell’Umbria, lavora alla Casa Circondariale di Capanne (Perugia) dove conduce per i detenuti un corso di educazione al movimento consapevole e cura la parte di movimento degli spettacoli. Dal 2020 si trasferisce nell'appennino Reggiano dove insieme a Francesco Manenti creano INTELFADE APS.Intelfade APS è nata ai piedi del monte Ventasso, a Nismozza , nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, a gennaio 2023. È nata dalla comunità. È un’associazione di promozione sociale affiliata ad ARCI che crede nella possibilità di contrastare lo spopolamento e l’abbandono del territorio attraverso gli strumenti della cultura e dell’arte.Intelfade offre attività di teatro, danza, educazione al movimento somatico per tutte le età, puntando a rivitalizzare la comunità locale in un senso inclusivo e intersezionale. Daria Menichetti e Francesco Manenti, anime guida di Intelfade APS, da oltre 20 anni lavorano nel settore dello spettacolo e della danza in Italia, come interpreti, registi e drammaturghi per compagnie come Sosta Palmizi, Zaches Teatro, Teatropersona, Luna Cenere, Eccentrici Dadarò, Dimitri/Canessa, Teatro Kismet, Ariella Vidach, Teatro Valdoca.Dal 2020 vivono ai piedi del Ventasso per una scelta politica e una scommessa sulla possibilità di rigenerare culturalmente questo territorio. Si dedicano all’educazione al movimento somatico ed espressivo, promuovendo l’accessibilità senza barriere di età o abilità. Fanno progetti in tutte le scuole dell'Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano e svolgono progetti per over 65 e persone detenute in carcere. Daria e Francesco hanno concluso le formazioni su danza inclusiva DANCING AGE ed OVER LIMITED promosse dalla Regione Emilia Romagna, cofinanziate dall’Unione Europea, organizzate da Aterballetto, Oriente Occidente e CNA, che mirano ad un dialogo integrato tra danza e diverse forme di abilità. Attualmente Daria è in formazione nel progetto formativo OVER DANCE alla FND. Ogni anno con INTELFADE realizzano una creazione con la comunità (donne e uomini, bambine e bambini di ogni età d'appennino. e non solo ) in occasione del Natale (Un presepe a Nismozza, PRAESAEPE_per crescere un bambino ci vuole un villaggio, TZIMTZUM_variazioni sull'amore) oltre ad aver composto due creazioni di comunità INNESTI_epifanie nella natura, in occasione di FOTOGRAFIA EUROPEA 2024 (RE), e SULLE TRACCE DEL GORILLA_ piccoli maestri, in occasione dei 50 anni del Gorilla Quadrumano di Giuliano Scabia che aveva attraversato i paesi dell'appennino Reggiano nel 1974.