Regia: Marco Di Stefano
Drammaturgia: Testo di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano | Drammaurgia di Chiara Boscaro
Attori: Giulia Versari
Altri crediti: NUMERI pentateuco #4 di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano regia di Marco Di Stefano drammaturgia di Chiara Boscaro con Giulia Versari musiche originali di Lorenzo Brufatto eseguite e registrate dall’ensemble da camera Il Canto Sospeso registrazioni audio a cura di Matteo Munaretto assistente alla regia Cristina Campochiaro progetto grafico e visivo di Mara Boscaro un progetto La Confraternita del Chianti una produzione Associazione Culturale K. in collaborazione con Perpetuum e Nau Ivanow (Barcellona, Spagna) si ringraziano Euripide e Seneca
Parolechiave: Medea, Calabria, emigrazione, riscrittura, monologo
Produzione: Associazione Cultultare K.
Anno di produzione: 2017
Genere: Prosa
Non contaminerete la terra dove sarete, perché il sangue contamina la terra
e per la terra non vi è espiazione del sangue che vi è stato sparso,
se non mediante il sangue di chi l'ha versato.
Non contaminerete dunque la terra che andate ad abitare
e in mezzo alla quale io dimorerò; perché io sono il Signore.”
(Numeri, 35, 33-34)
...
Numeri è il censimento del Popolo. Numeri sono quelli che sono dentro, numeri sono quelli che rimangono fuori. I clandestini. Ma la clandestinità non è solo una questione statistica, per Medea è una questione di famiglia. Lo sposo, come tanti calabresi, è andato in Argentina a lavorare dieci anni fa. Manda regolarmente soldi per lei e i figli, ma la lettera per invitarla a raggiungerlo, quella non arriva mai. Medea aspetta, aspetta, aspetta ma dopo dieci anni comincia a sentirsi presa in giro. Compra tre biglietti per la nave grande che taglia l’oceano e si mette in viaggio con i figli. Quando arrivano a Buenos Aires cercano gli italiani tra gli argentini, i calabresi tra gli italiani e Giasone tra i calabresi, ma le dicono che Giasone non è più italiano né calabrese. Si è trovato una sposa argentina. Una ricca. Una “principessa”. E Medea si arrabbia. E quando si arrabbia, Medea è “la prova vivente che gli dei non esistono”.
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