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Il Grande Male

Compagnia Incontroverso

Genere Prosa
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Regia: Sargis Galstyan

Drammaturgia: Sargis Galstyan

Attori: Stefano Ambrogi, Jonis Bascir, Ermanno De Biagi, Vincenzo De Michele, Sargis Galstyan, Andrea Davì, Marine Galstyan, Lorenzo Girolami, Claudia Mancinelli, Luca Basile, Danilo Muscherà

Altri crediti: scenografie- Gianluca Amodio, manichini sono realizzati da Almaloca, musiche- Jonis Bascir, costumi- Metella Raboni, disegno luci- Giuseppe Filipponio, riprese video- Mauro Petito, grafica video- Dario Pelliccia, make up- Stefania Piovesan e Anna Di Forio, parrucchiere-Nicola Botta

Parolechiave: genocidio armeno, prima guerra mondiale, la storia attraverso il teatro

Produzione: Compagnia Incontroverso

Anno di produzione: 2015

Genere: Prosa

Berlino, 1921. Lo studente armeno Soghomon Tehlirian è sotto processo per aver ucciso con un colpo di pistola Talaat Pasha, uno degli organizzatori del genocidio, rifugiato nel 1919 in Germania sotto falso nome, per sfuggire ad una condanna a morte per “crimine di lesa umanità” a danno della popolazione cristiana residente nell’Impero Ottomano. Dopo due giorni di processo è Talaat - del quale vengono ricostruite le atroci gesta e attraverso le drammatiche rivelazioni dei sopravvissuti chiamati a deporre ad essere condannato moralmente: le prove a suo carico sono talmente terrificanti che Tehlirian viene assolto per l’omicidio da lui compiuto.
Gli atti processuali, dai quali nasce l’ispirazione e la scrittura dello spettacolo Il Grande Male, sono una preziosa chiave per comprendere quell’immane tragedia che fu il genocidio armeno nel 1915: attraverso i dialoghi riportati fedelmente dalle testimonianze scritte e le immagini dell’epoca proiettate in scena si va a formare un vortice di informazioni documentate che guidano lo spettatore nel dramma degli avvenimenti di quegli anni, nel sistema della giustizia e portano luce su un capitolo dimenticato della storia dell’umanità. Attraverso la coralità di diciotto personaggi che intervengono nel processo avviene la ricostruzione documentata di molteplici episodi che vanno a formare un chiaro quadro del contesto politico nel quale il progetto genocidario venne messo in atto.
Nel Il Grande Male vediamo i testimoni chiamati a deporre, una pluralità di voci che aiutano lo spettatore nella comprensione dei fatti storici: figure di anonimi turchi e curdi buoni, che vennero in soccorso ai deportati; Johannes Lepsius, responsabile della Deutsche Orient Mission, che vuole dimostrare la precisa volontà genocidaria dei Giovani Turchi; il generale Otto Liman von Sanders, al cui comando erano le truppe tedesche inviate in Anatolia durante la Prima Guerra Mondiale, che invece cerca almeno in parte di scagionare il Governo ottomano. Tutte queste testimonianze scorrono in un contesto, quello di Berlino nell’anno 1921, in cui gli orientali vengono giudicati tendenzialmente inclini all’illegalità e scarsamente consapevoli del valore della vita umana.
Perché lo spettacolo “Il Grande Male”
Nel 1915 un milione e mezzo di armeni furono assassinati nell’Impero Ottomano seguendo un piano stabilito in anticipo ed eseguito metodicamente con lo scopo ultimo di distruggerne la civiltà. Come scrive il giornalista francese Henry Barby “Nell'oriente sta morendo la nostra sorella, e sta morendo solo perché è la nostra sorella, il suo delitto è che ha condiviso i nostri sentimenti, ha amato quello che amiamo noi, ha pensato così come pensiamo noi, ha creduto a tutto quello in cui crediamo noi, ha valorizzato come noi la saggezza, la giustizia, poesia e arte” Gli armeni furono così vittime di un genocidio che sarebbe diventato un riferimento funesto per coloro che vennero dopo.

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