Regia: Manuela Rossetti
Drammaturgia: Manuela Rossetti
Attori: In scena: Jessica Leti, Lidia Di Girolamo, Silvia Miluzzi. Voci: Maurizio Panici (Teatro Argot di Roma); Andrea Maurizi (Teatro delle Condizioni Avverse di Montopoli di Sabina (RI)
Altri crediti: Musiche dal vivo originali di Matteo Colasanti Videomapping di Simone Palma
Parolechiave: site specific, teatro, musica, danza, minotauro, acrobatica
Produzione: La Casa della Locusta e Teatro delle Condizioni Avverse
Anno di produzione: 2017
Genere: Prosa Danza Teatro-danza Performance Installazione Altro
Sono io il Minotauro, io Donna che mi divido tra ciò che sono e ciò che devo essere La storia del Minotauro come dio non voluto e la sua diversità è portavoce di un contenuto sulle donne che va oltre il sentimento di diversità rispetto ad un pensare comune o al rapporto con l'altro. Non tratta direttamente dei casi di cronaca che ci attanagliano quotidianamente, ma ne vuole analizzare i germi culturali, insediati dopo secoli di preconcetti sulla femminilità. La riflessione sulla donna, attraverso un testo originale che viaggia tra la tagliente ironia e la profonda analisi esistenziale, tocca diverse tematiche che spaziano dall'analisi del luogo comune, dei pregiudizi culturali, archetipi sociali della e sulla donna. Il Minotauro, essere bivalente, doppio, metà animale e metà uomo, ci ha fatto riflettere sul doppio che la donna in sé vive. La donna è sacra e profana. La donna è madre e amante. La donna è fragile e forte. La donna è lavoratrice e moglie. La donna è carne e spirito. Un doppio che si moltiplica, proprio come nel testo del Minotauro di Durrenmatt nel doppio del suo doppio. Infinite sfaccettature delle quali la donna stessa non è consapevole, perchè radicate culturalmente, e proprio perchè non riconosciute consapevolmente spesso creano disagi e lotte interiori, difficoltà di relazione con l'altro, negazi one del sé, contrasti con la società e la propria famiglia. Lo spettacolo quindi si sviluppa sul filo narrativo di Durrenmatt, ma lo trasforma attraverso un testo originale lasciandolo prendere vita propria tra musica dal vivo, danza, canto e recitazione. La musica originale di Taurotanz ha una valenza narrativa e non è mai considerata
semplice accompagnamento, ma interpretazione e sottotesto della scena e delle azioni delle performers. Il testo parte dalla lettura attenta della quotidianità della vita delle donne per condurci fino ad una critica lucida, ironica e drammatica della condizione della donna e le varie forme di violenza che essa subisce. Violenza culturale, violenza psicologica, violenza fisica, ecc. Lo spettacolo è ideato come site specific, quindi si adatta perfettamente al luogo che lo ospita.
Site specific perché ogni spazio, luogo aperto o chiuso può essere inteso come il labirinto del
Minotauro o anche la molteplicità delle sfaccettature della donna e delle vie che la donna stessa
può intraprendere: moglie, amante, lavoratrice, madre, puttana, serva, strega, ecc.
La mission della compagnia e della regista consiste nell'avvicinare il teatro al pubblico, anche
abbattendo la quarta parete e circondando il pubblico della stessa fascinazione visiva nella quale
si trovano i personaggi. Un teatro che esca dagli spazi teatrali. Un teatro che incontri il suo pubblico quasi casualmente in una piazza, un vicolo, un bosco, un cortile o una sala espositiva. La ricerca di un pubblico che non sia abituato al teatro, ma che ne venga improvvisamente travolto e infatuato.
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