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Ballata d'Autunno

Teatro nelle Foglie

Genere Teatroragazzi (5-99) Teatro-danza Performance Altro
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Regia: El Nino del Retrete

Drammaturgia: Marta Finazzi

Attori: Marta Finazzi Nicolas Benincasa

Altri crediti:

Parolechiave: clown, teatro d'ombre, acrobatica aerea, teatro fisico, circo

Produzione: Espacio El Otto

Anno di produzione: 2017

Genere: Teatroragazzi (5-99) Teatro-danza Performance Altro

Il progetto “Teatro delle Foglie – Ballata d’autunno” è un’opera multidisciplinare che unisce il teatro d’ombre, il mimo, l’acrobatica aerea, la danza, la manipolazione e il clown. In essa si mescolano così la forza del circo, l’improvvisazione del teatro di strada e la poesia del teatro di figura, veicolati dal linguaggio universale del corpo, dello sguardo e delle ombre.
Personaggi senza parole ci trasportano in una performance fuori dal tempo, che narra la scoperta di un mondo nuovo, una realtà da esplorare e in cui perdersi, una periferia che si trasforma in una foresta nella quale è necessario cercare la propria strada, il proprio luogo di appartenenza, la propria identità.
Uno spettacolo ricco di immagini forti, con netti contrasti di luci e ombre, di colori caldi e freddi, di silenzi stridenti e melodie cullanti.
I personaggi sono passeggeri di una zattera che naviga nel tempo, sospesi fisicamente e metaforicamente. Due ombre che compaiono dal sottosuolo, memorie di un tempo passato, ricordi che tornano ad affiorare.


La prima fase di creazione ha luogo nello spazio El Otto a Barcellona, dura 45 giorni e sfocia il 25 marzo 2017 nella presentazione pubblica del primo studio di “Teatro delle Foglie – Ballata d’autunno”, della durata di 30 minuti.
Il lavoro si è svolto a partire da immagini e suggestioni visive:
la periferia in degrado di una grande città, con i muri cadenti, i panni stesi alle finestre e rottami abbandonati ai lati delle strade.
Una coltre di ghiaccio che ricopre tutto, che congela il tempo e sospende l’aria.
Un’atmosfera post-atomica, dove tutti gli elementi della città restano presenti, ma stravolti dal tempo, dall’abbandono e dalla natura che ha preso il sopravvento.
Una città senza nome, che ha perso la sua identità: invasa dalla natura e spoglia di abitanti.
Una città silenziosa, dove l’unico linguaggio è quello del vento che solleva in turbinii concentrici le foglie secche.
Una città sospesa nel tempo, dove i secondi cadono lenti come una foglia che si stracca dal ramo.
Iqualcosa (una casa, un’identità, un luogo di appartenenza); l’esplorazione di una città-foresta in cui è inevitabile perdersi; le fasi di transizione della natura (invernoautunno e nottegiorno) e dell’uomo (bambinoadultoanziano); la sospensione fisica, metaforica e temporale; la forza comunicativa del gesto lento e preciso.

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